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Che dire? Sono, siamo disorientati da quest'ennesima telenovela estiva che implica la nostra squadra, i nostri colori. Dopo la fine dei giochi sportivi sono iniziati (o meglio, continuati ed esplosi) quelli extracalcistici relativi alla supposta cessione della società e tutto quanto ne comporta.
Il titolo impazzito in borsa da modo alla Consob e alla Procura di indagare circa l'ipotesi di aggiotaggio. La società, oltre a stilare con il contagocce i soliti comunicati necessari ed obbligatori essendo quotata in borsa, non esprime alcuna chiarezza verso i propri tifosi che, trepidanti ma anche esausti di un vero e proprio tira e molla mediatico, non sanno più a cosa e a chi credere.
La società, nonostante le cose positive che ha saputo fare in questi anni, denuncia chiaramente un deficit pericoloso circa la comunicazione. Sito internet vecchio e poco attualizzato -per non parlare di Roma channel e tutti i problemi relativi alle vertenze di chi vi opera- evidenziano gap comunicativi che tanto fanno pensare a un minimo interesse da parte del vertice della società verso la propria tifoseria che, invece, abbisogna di essere correttamente aggiornata circa gli sviluppi societari. La mancanza di chiarezza offre, quindi, un viatico per giornalisti cazzari e per gente che cerca di speculare viscidamente per i propri interessi e, a farne le spese, è sempre e solo il tifoso verace che, stordito, viene spesso manipolato come fosse una marionetta.
Personalmente sono stufo di questi cazzari della carta stampata, delle radio, delle televisioni che prendono a pretesto ogni ipotesi -anche la più fantascientifica- per creare inquietudine ed incertezza.
Ma, oggettivamente, qualcuno ha guadagnato molto con i famosi rumors che si sono inanellate in questi ultimi due mesi. La vicenda Soros, la Inner Circle, gli arabi, i faccendieri made in USA...tutto e di più, hanno procurato tangibili utili circa gli investitori delle azioni Roma anche se poi, la società ha limitato a dire che non c'era nulla di vero e di concreto. Dichiarazione che suona falsa come una moneta di 3 euro: ci sono stati contatti con la Inner così come con la Unicredit.
Il problema relativo al gruppo Sensi è chiaro da tempo e, seppur alienando già asset delle società, il piano debitorio è a forte rischio e la soluzione sarà determinata solo il 30 di questo mese con l'approvazione o meno, sia del piano di rientro che con il bilancio. Il problema è che negli asset dei Sensi risulta esserci anche la società Roma calcio che, indiscutibilmente, dovrà essere venduta in un modo o nell'altro. Ma non perchè i Sensi (che pur vorrebbero per affetto ma anche per interessi) mantenersi questo gioiello (quasi 20 mln di euro di utile) bensì perchè, vendendolo, la Unicredit rientrerebbe di parte della sua esposizione creditizia nei confronti della indebitata Italpetroli.
A questo punto il problema di noi tifosi non è tanto la questione finanziaria della famiglia proprietaria del pacchetto di maggioranza della società, bensì quale sarà il futuro della stessa e quali piani di gestione per l'immediato futuro ci sono.
Nodi da sciogliere in primis (riscatto di Vucinic, rinnovi contrattuali per De Rossi, Aquilani ect, cessioni di Mancini ed altri) ma anche quale campagna acquisti ci aspetta anche se, il duo Pradè-Conti ha fatto, finora, miracoli con la poca disponibilità messa loro a disposizione dalla società.
Eliminato anche l'ultimo rumor che voleva Spalletti in Inghilterra, pensiamo che la società, al momento rappresentata dall'ad Rosella Sensi debba essere chiara con i tifosi giallorossi, emanando un chiaro comunicato che dica quello che la società ha programmato di fare. E' un problema di rispetto verso tutti coloro che hanno assicurato, assicurano ed assicureranno, lealtà tifo e soldi a questi coloro e, che soventemente, ciò significa rinunce e sacrifici in nome di una maglia che amano e onorano da sempre.
Reputo sia corretto -anche se tardivo- un gesto del genere per dare precise indicazioni, per dire cosa poter aspirare e, per denunciare tutti i cazzari che nel piatto Roma ci hanno mangiato.
Noi siamo degni di questo rispetto e lo esigiamo.
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