Se n'è parlato molto di Roma dopo la fine della stagione passata. I soliti pettegolezzi, le maldicenze, il fumo buttato violentemente dentro gli occhi dei tifosi che si sono trovati smarriti e confusi sul futuro della squadra.
lunedì 21 luglio 2008
EL BUEN RITIRO
Se n'è parlato molto di Roma dopo la fine della stagione passata. I soliti pettegolezzi, le maldicenze, il fumo buttato violentemente dentro gli occhi dei tifosi che si sono trovati smarriti e confusi sul futuro della squadra.
giovedì 12 giugno 2008
CHE ROMA LA PROSSIMA STAGIONE?
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Eppure c'è chi grida al miracolo a fare da controaltare a chi parla di serio piano di programmazione aziendale.Il dato di fatto però, è che puntualmente, ogni anno alla fine del campionato, la Roma non è mai tranquillaneppure di godere dei risultati eventualmente ottenuti.VOci, illazioni, cattiverie, chiacchiere da bar dello sport, rumors mediatici appositamente studiadi e diligentementeapplicati da molti media per tirare l'acqua al proprio mulino, si intersecano sconvolgendo la tifoseria giallorossache non ha neppure tempo di godere di nulla.Quest'anno, oltre alla ovvia campagna acquisti cessioni, c'è l'affaire societario: si vende, non si vende, boh! In cui ogniipotesi è buona e tutto ed il suo contrario si parallelizzano in maniera quasi viscerale.Neppure l'Europeo e le sue critiche iniziali generate dalle politiche scelte di Donadoni, è riuscito a distoglierel'attenzione dalla cassa di risonanza sintonizzata sulla Roma.Mancini: va via. Ferrari: partito. Aquilani: forse buono per incassare milioni. De Rossi: deve firmare. Esposito: da restituire al mittente...e così via. Voci che hanno implicato poco signorilmente anche Luciano Spalletti (Chelsea?Milan?) dulcis in fundo.Tutta colpa di noi tifosi creduloni? Eppure siamo professionisti, operai, studenti, gente comune e no: possibileche siamo tutti cretini pronti a buttarci a capofitto sulla prima voce lanciata da chissà chi?Si dice della difficoltà del gruppo Sensi, dove solo la Roma è la società in utile. Posso dire che non sono affarimiei: la famiglia Sensi non mi dà da mangiare e neppure mi chiede soldi. Alla stessa, come tifoso, posso solo cheessere grato per aver salvato la Roma dal fallimento Ciarrapico e da Mezzaroma e di avere, con il tempo, l'impegno esopratutto gli investimenti fatti in passato, aver regalato a noi tifosi delle belle soddisfazioni e qualchevittoria. Se adesso i Sensi fanno ciò che fanno restano solo affari loro ma una cosa voglio denunciare: loscarso rapporto mediatico che hanno con la propria tifoseria che, oltre a leggere i comunicati ufficiali emessiobbligatoriamente pro Consob, null'altro dice di confortante circa le sorti della squadra.La Roma viene da due stagioni straordinarie anche se deve essere valutato il fatto che ha goduto del vantaggio diconfrontarsi -come l'Inter- dopo calciopoli con le grandi penalizzate ma, è passato.Juve, Milan, Fiorentina e la stessa Inter coltivano ambizioni di vertice e si stanno rinforzando alla bisogna e laRoma deve fare altrettando se vuole continuare a proporre un bel calcio che sia anche fruttuoso.Di nomi se ne stanno facendo molti come sempre ma il veto subliminale del quantum da investire e del famoso tettoingaggi, elimina la maggior parte degli stessi.Quale Roma dobbiamo aspettarci quindi?Dobbiamo continuare ad un miracolo sperando nello stellone?Non sempre è domenica e senza giocatori non si può aspirare a molto ma sono cetto che chi deve sapere, già ne èpienamente cosciente.
venerdì 6 giugno 2008
LA ROMA SIAMO NOI: BASTA CON I CAZZARI!
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sabato 24 maggio 2008
ROMA COPPA N° 9: I CAMPIONI SIAMO NOI
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Il testaccino Mexes, invece, ha demolito questo sogno targato Milano con una rete spettacolare degna del miglior attaccante che la Roma non ha mai avuto.
Raddoppio meritato siglato SuperSimo che, prima di andare agli Europei, si è tolto la soddisfazione di una rete decisiva che ha messo al sicuro il risultato che, a parte una rete di Pelè estratta da un cilindro magico, nulla o poco è riuscita a fare contro la determinazione dei gladiatori di una stagione intera.
domenica 18 maggio 2008
NUN ME SVEJATE
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domenica 11 maggio 2008
ANCORA NON CI CREDO!
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giovedì 8 maggio 2008
SFIDA INFINITA
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lunedì 5 maggio 2008
SI VIVACCHIA MA...
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domenica 4 maggio 2008
TROPPO TARDI?
domenica 27 aprile 2008
DETERMINATA!
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domenica 20 aprile 2008
A PRESTO FRANCE'
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Un altro calvario.
Un altro recupero lungo e doloroso.
mercoledì 16 aprile 2008
PER NIENTE FACILE
Si pensava di ipotecare la finale battendo implacabilmente il Catania ma così non è stato.
La chiave di lettura è Roma-Cagliari 1-0 gol di Totti.
Un primo tempo da dimenticare che ha avuto solo il pregio di farci capire che Esposito non è da Roma e che ha sprecato anche questa chance dove doveva dimostrare il suo valore che pare aver smarrito.
Per vincere Spalletti ha dovuto cambiare la squadra che aveva sostenuto un pesante turn over e, solo allora, ha preso in mano le redini dell'incontro. Certo che si doveva vincere in modo più significativo e, invece, al Massimino dovremo proprio sudarcela questa benedetta finale.
Una cosa mi è parsa di vedere: un certo equilibrio si è rotto in questo finale di campionato e lo si capisce dagli automatismi che non funzionano più come prima; dal nervosismo che è esploso tra Doni (uomo fino a quel momento calmissimo) e Panucci e che non si è ricomposto; dal caso Mancini che non si 'offre' ai tifosi davanti a Trigoria per firmare gli autografi; all'aspetto societario che naviga a fari spenti nell'eventuale trattativa con Soros; alla piazza che percepisce tutto questo e che vorrebbe, invece, la società già pronta a fare trattative per portare nella capitale il meglio che c'è per continuare a vincere...
Certo non è che un Roma-Catania abbia scatenato tutto questo ma i 15000 tifosi presenti, in una semifinale seppur non di cartello, ci pare un segnale evidente di disaffezione fin tanto alcuni punti non vengano chiariti.
Vedremo se a Catania, la squadra riuscirà a forzare il blocco siciliano per giungere alla finale e strapparci un sorriso...
Sempre FORZA ROMA!
domenica 13 aprile 2008
DAJE ROMA DAJE
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mercoledì 9 aprile 2008
E' CHE CI AVEVO QUASI CREDUTO...
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Quando nel primo tempo ho visto miracolare da Doni tre palle gol lasciando così il punteggio 0-0, giuro che ho pensato che fosse la serata buona. Sensazione ancor più accentuata quando la Roma si è vista assegnare il giusto rigore. DDR....che dire di capitan futuro? Troppa tensione? Un peso della responsabilità così enorme che non ce l'ha fatta a caricarsi sulle spalle?
Il tiro verso il cielo ha raggiunto la malinconica Roma che, in quel preciso momento, ha compreso che la mission impossible era proprio tale. Eppure, quando i giallorossi hanno tenticchiato di giocare come sanno (anche se con evidente freno a mano inserito), il prode Manchester miliardario, è apparsa una squadra proprio terrestre con tutti i suoi limiti (indubbiamente pochi ma ci sono...) che poteva anche essere battuta in una serata.
Il rigore fallito da De Rossi, inutile non pensarlo, ha condizionato pesantemente la squadra che in caso contrario, avremmo sicuramente visto giocare in un altro modo. Però non è stato così facile dimenticare l'occasione sciupata e, credo, che anche i giocatori si siano resi conto della piega che stava prendendo l'incontro.
Criticando con una sommaria analisi, personalmente ho annotato molti errori di misura che hanno generato passaggi sbagliati e giocatori fuori ruolo (Mexes perchè ha rallentato la sua corsa favorendo la rete dei red devil?) ma posso capire pure che la squadra è volata in Inghilterra già con alcuni limiti fisiologici. Senza il faro Totti (di gioco e di personalità) dovendo recuperare uno 0-2 contro la squadra forse più forte al mondo; una condizione che a questo punto della stagione è quel che è, e contando su di una panchina che presenta ancora dei limiti (Esposito?); la tensione della rincorsa all'Inter per contenderle il tricolore; forse voci più significative anche con la questione della cordata targata USA per la compravendita della società...insomma un bel pò di cose da considerare. Ma in egual misura, va considerata la stagione dei giallorossi che, al 9 di aprile erano gli unici a poter giocare per un grande slam e che, a differenza dello scorso campionato, sta a -4 pti dall'Inter e in semifinale di Coppa Italia.
Siamo usciti dalla Champions con la testa alta, come quella dei nostri tifosi che fino al 90' hanno incitato la Roma accompagnandola con amore e fede, pronti a dimostrare a tutti che siamo pronti per il salto di qualità.
Sempre FORZA ROMA!
domenica 6 aprile 2008
HAI VISTO MAI?
Mercoledì, a Manchester, il ritorno impossibile. Fare due gol senza subirne nessuno per pareggiare il conto e per poi giocarsi la semifinale. Improbabile. Anzi: proibitivo. Roma delusa dalla gara dell'andata che non le offre chance per pensare l'impresa realizzabile.
Ma siamo proprio sicuri?
A differenza dell'andata, la squadra giocherà senza alcun gap emozionale, non avendo nulla da perdere. Continuerà a non esserci Totti, il faro della Roma, il campione indiscusso targato giallorosso. Ma ci sarà la squadra. E con la stessa, la voglia di chiudere gli occhi ed assaltare il fortino biancorosso degli inglesi che, in difesa, sarebbero vulnerabili se solo la Roma giocasse in scioltezza e velocità come sa fare palla a terra. Pressing alto e via andare a scardinare la porta del Manchester e, se nel primo tempo le situazioni ci saranno favorevoli, si potrebbe andare negli spogliatoi con uno 0-1 che riaprirebbe tutti i giochi ed eliminerebbero il catenaccio britannico che tanto snatura, nel Manchester, la filosofia inglese del calcio moderno.
Sarebbe soltanto un sogno?
Non lo credo. Tutt'altro. Sono convinto che la squadra voglia farsi sapere perdonare dai tutti i suoi tifosi e voglia evidenziare l'orgoglio nazionale essendo l'ultima rappresentativa italiana nel massimo torneo europeo.
E poi chissà che la fortuna non possa girare anche dalla curva Sud quella sera?
UN'ALTRA SVISTA E L'INTER TORNA A + 4
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sabato 5 aprile 2008
PAZZA ROMA MA ALLA FINE E' -1
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giovedì 3 aprile 2008
1°COMANDAMENTO: NON MOLLIAMO!
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Con Amantino in crisi di gioco e di contratto.
Con voci di cambi panchina tra Spalletti ed Ancellotti. Con il muso di Ferrari. Con giocatori fuori forma. Con i tifosi delusi della partita contro il Manchester che prende in giro pure la Ferilli e la storia della Roma antica.
Momento critico questo dove è imperativo ricordarsi e somatizzare il primo comandamento:
NON MOLLIAMO!
CI MANCHI TANTO
martedì 1 aprile 2008
A.A.A. CERCASI CONVINZIONE
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lunedì 31 marzo 2008
SENZA DI TE
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domenica 30 marzo 2008
MENO MALE
Ci sta nel gioco delle cose ma, quanto meno, i nerazzurri non sono scappati come si temeva dopo l'1-1 del Sant'Elia.
Adesso bisogna concentrarsi sulla partita di Champions nella quale troveremo un Manchester più che in forma. Quello che deve preoccupare -a parte gli avversari- è la tenuta psicologica della squadra che non deve avere fretta di giocare ma deve rimanere ancorata al suo modulo di gioco con determinazione e maturità, tenendo conto che sono partite che si esauriscono solo dopo 180 minuti.
La Roma deve essere umile ed operaia ma non deve apparire ne rinunciataria e neppure deve snaturare il suo gioco.
Affrontare gli inglesi senza paura è il metodo per fare nostra la posta della gara di andata, dimenticando per un attimo il campionato.
Tutto è ancora possibile...
sabato 29 marzo 2008
PASSO FALSO E ADESSO?
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giovedì 27 marzo 2008
DICE IL CAPITANO
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Totti: "Cosa mi manca? Il Pallone d'oro. Ma sogno di vincere ancora con la Roma"
"Il calcio dovrebbe utilizzare la moviola in campo come il basket". Lo dice Francesco Totti che mette anche in ordine i suoi desiderata da qui alla fine della stagione. "Preferirei vincere la Champions, ma allo scudetto da domenica sera ci credo parecchio". Ma in questo periodo di grande concentrazione c'è anche tempo per una riflessione sul personale modo di giocare. "Sono un attaccante altruista e completo, mi manca solo il colpo di testa. Ma ho fatto più di 200 gol, e se c'è ancora qualcuno che mi critica non capisce niente di calcio. Dicono che non voglio una punta? Magari arrivassero Toni o Van Nistelrooy". E nonostante abbia ottenuto tanto dalla professione di calciatore ("Sono maturato, pur restando sempre me stesso") c'è ancora qualcosa che gli manca ("Il Pallone d'oro, ma se non l'hanno dato a Raul vuol dire che è tutto scritto") e che sogna: "Vincere di nuovo con la Roma, perché un trofeo qui equivale a dieci altrove".
sabato 22 marzo 2008
LUCI A SAN SIRO
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MANCAVA TONETTO ALL'APPELLO
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Era una partita che vedeva la squadra dopo la sconfitta del derby ed era molto importante sbloccarsi mentalmente e vincere per sperare che, stasera, la Juve fermi i nerazzurri.
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giovedì 20 marzo 2008
LA ROMA DEL TEMPO CHE FU'
E' anche uno spazio per ricordare e trasmettere immagini di una città ancora non confusa dal caos del traffico, dal problema inquietante della deliquenza e della feroce immigrazione clandestina. Una città dove gli unici supermercati che ricordo stavano ambedue a via Cola di Rienzo: la Standa e Punto Rosso.
Dove il macellaio vendeva solo carne ed il lattaio, latte burro e latticini. Era uno spazio, la mia città, dove c'era l'alimentari sotto casa che segnava sul suo
quadernetto, con la matita appuntita da un semplice coltellino e non dal temperamatite, la spesa fatta a credito e/o modificava in meno il suo credito quando, al 27 del mese, la massaia versava parte del suo 'dare'.
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Una città con la circolare rossa e quella nera che, pigramente, circumnavigavano una città non ancora tentacolare piena di auto e camion.
Era bello svegliarsi la mattina ed assaporare il caffellatte inzuppando dentro, semplice pane casareccio del giorno prima, abbrustolito nel forno.
Non vigeva ancora il concetto del caffè e via, a bar sotto casa. La colazione era sacra e veniva dopo essersi lavati con l'acqua corrente (non c'erano ancora molte comodità alle quale, oggi, siamo abituati dandole per scontate).
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Come al posto del frigo, c'era un semplice mobile di zinco rivestito in legno dove ci si mettavano blocchi di ghiaccio che si compravano al mercato e che assicuravano (con tutti i problemi del disfacimento del ghiaccio) un minimo di conservazione di quegli alimenti che necessitavano del freddo specie d'estate.
Erano famiglie che compravano alla bisogna e quotidianamente.
Nessuna spesa all'ingrosso ma lo stretto, strettissimo necessario per assicurare pranzo e cena senza gettare mai nulla ed, eventualmente, riciclando ciò che avanzava.
Era una città ancora vivibile con i suoi spazi sociali che imperavano in tutti i quartieri: San Lorenzo, San Giovanni, Testaccio e Garbatella, ma anche Tor di Nona, il centro storico ancora non invaso da negozi di nienti e fast food.
Era una città -quella da me vissuta- che iniziava a godersi
il nascente boom economico. E, alle vecchie giardinetta Fiat, si sostituivano le più moderno 500 con le quali era permesso recarsi ad Ostia frequentando la Via del Mare.
Ricordo,nel 1964, la prima Nutella che si trovava nelle piccole vaschette di plastica con incluso il cucchiaino.
Era l'epoca dei Carosello, dello show del sabato sera, del film del lunedì. Del calcio minuto per minuto con Bortoluzzi a coordinare gli storici interventi dello juventino Ameri e del laziale Ciotti.
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Non c'erano molte tecnologie e ci si accontentava della radiolina a transistor giapponese appena sbarcata in Italia, per ascoltare Franco Nebbia prima e Enzo Tortora ne 'Il Gambero', seguito alla domenica da 'Campo de Fiori' con Orazio
Pennacchioni.
Era una città che rispecchiava una vita semplice che ancora doveva conoscere la tensione politica del 68-69 e dei successivi anni di piombo.
E' la mia Roma sparita ed oggi mi stupisco che lo stesso Aldo Fabrizi, possa aver dichiarato alla fine degli anni '60, che non riconosceva più la 'sua' città perchè Roma era troppo cambiata.
Probabilmente si vive davvero di cicli e ricicli e la nostalgia farà sempre parte di quella sfera di vita dove si inizia a pensare sempre più frequentemente al proprio passato, rimpiangendolo e sapendolo irreversibile.
Roma esiste e continuerà a farlo per i prossimi secoli.
Le rovine saranno ancor più rovinate, i cittadini saranno sempre più cittadini di un mondo globalizzato e senza valori e non più cittadini di Roma.
E' la vita...
mercoledì 19 marzo 2008
E PROPRIO MENTRE....
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Non riesco proprio a capire.
La Roma snatura il suo gioco per buona parte del primo tempo, lasciando alla Lazio il compito di fare l'incontro. Poi il gol fortunoso di Taddei ed il pareggio laziale. Sotto di un'altra rete grazie ad un rigore che personalmente non ho compreso e il grandissimo parteggio di Perrotta. Un secondo tempo che ha visto i giallorossi ritornare al proprio gioco e, a risultato dell'Inter già acquisito, consapevoli del fatto che l'Inter si era fermata con un pareggio a Genova. Con una Lazio ormai in debito di ossigeno per il grande primo tempo; il risultato dei nerazzurri che si conosceva già certo; la Roma in palla...nonostante tutti questi fattori non solo non si è riusciti a vincere portando lo svantaggio dalla vetta a -4 ma, addirittura, abbiamo perduto il derby lasciandolo vincere alla Lazio che si portava in vantaggio al 92'.
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Dicono che la Roma esce a testa alta da questa partita ma il contentino proprio non regge. La doppia negatività di aver perso un derby unita al fatto di essere scesi a -7 punti dall'Inter. E poco importa che sabato noi affrontereme in casa l'Empoli e l'Inter la Juventus. Di questo passo non possiamo più concedere nulla a nessuno. Chiaro che sui giornali di domani e nelle radio locali si parlerà del perchè non fare entrare Pizarro al posto di un Aquilani che è apparso meno incisivo delle ultime partite. O perchè non iniziare con Mancini titolare e, magari, far subentrare in un secondo momento Vucinic. Si parlerà di moduli, di forma mentale e di tutti i luoghi comuni che si è soliti distribuire in casi di questo genere.
Tutti elementi che faranno ancor più accusare a noi tifosi, l'impressione che proprio mentre stavamo allungando le mani per prendere il barattolo di marmellata, qualcosa o qualcuno ce lo ha impedito.
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La sensazione è che la squadra sia mentalmente bloccata al momento della verità e che senta troppo la pressione psicologica. Certo che con diversi titolari romani e romanisti, l'aria del derby è tutta speciale. O forse, ci manca Marco Del Vecchio che contro i colori biancocelesti, trovava stimoli speciali per far gol.
Si d'accordo, possiamo consolarci con il famoso ajetto...con la Lazio a -24 da noi però è una magrissima ed inutile soddisfazione.
Non so proprio darmi una spiegazione, ammesso che ci sia. Che ci siano dei problemi di tenuta mentale e di una certa paura di essere colti da vertigini la squadra l'ha diverse volte avuta e dimostrata però, è ora che a certe altezze ci si abitui se si vuole con determinazione vincere per raggiungere il traguardo.
Sicuro: un plauso alla squadra ma questa volta no, non si doveva proprio perdere.
Sempre FORZA ROMA!
martedì 18 marzo 2008
DERBY!
Di fronte, oltre alle due tifoserie, si incontra un momento particolare che vale la pena di essere vissuto. Dopo la morte di Gabbo, si respira un'altra aria tra il tifo giallorosso e biancoceleste. Non è un rinnegare le sane dispute di scommesse tra vinti e vincitori, e neppure di tradire le proprie radici del tifo calcistico. Si tratta di una consapevolezza che mai, come questa volta, pare debba compiere il miracolo di evitare tafferugli e scontri tra gli ultras delle due squadre. Già molti ed inconcepibili morti hanno bagnato il mondo del calcio per una parola detta in più, per un odio razziale, per un senso di appartenenza ad un gruppo intransigente.
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Quante trasferte a rischio. Quanta paura per vivere in prima persona incidenti ai quali non si vuole partecipare. Quante persone si sono allontanate dal calcio e dal tifo vero per non essere confusi con coloro che organizzano e strumentificano per qualsiasi ragione, il tifo, trasformandolo in un qualcosa di imprevisto ed imprevedibile che spesso, ha fatto il male di questo meraviglioso gioco che è il calcio.
Forse, questa volta, possiamo pensare di ritornare allo stadio forti della coraggiosa presenza del padre di Gabbo che ha scelto di sedere in curva Sud, insieme ai tifosi della Roma, per sancire un ideale filo conduttore tra le due tifoserie della città.
Il derby, cioè il calcio giocato, dovrebbe restare sempre un gioco e nulla più, che vive di una rivalità campanilistica fatta di prese in giro, sfottò, scommesse perse e vinte...
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IL FATTO PURAMENTE SPORTIVO
La Roma DEVE non perdere nessun punto nei confronti dell'Inter capolista che, dopo la partita contro il Palermo, è risalita a + 6 punti in classifica. Il derby è sempre e per tutti, una partita a rischio dove non sempre il favorito, è favorito per davvero. Per la Magica deve essere un'altra finale per il campionato, per seguitare a sperare nel passo falso dei nerazzurri e poter rosicchiare qualche punto strada facendo. La squadra, il suo gioco, l'allenatore, sono convinti dei propri mezzi e delle possibilità che hanno in questa stagione per poter vincere qualcosa di importante e lo stanno facendo, partita per partita, senza farsi ruolini di marcia ma semplicemente giocando con ardore e gagliardia.
Il risultato 1-5 di qualche anno fa deve essere una scaramanzia che auspico possa ritornare a rivivere, vedendo umiliati i cugini lazialotti. Quest'anno, poi, è fondamentale non permettersi pericolose pause che potrebbero solo incidere negativamente sull'andamento del campionato.
La nostra rincorsa deve proseguire sulla stessa strada imboccata da tempo per tornare a far sentire il fiato sul collo alla rivale prima in classifica che, a differenza nostra, ha i suoi bei problemi negli spogliatoi.
Sempre FORZA ROMA!
UN ROMANO VERO PER ROMA
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Non c'entra nulla con il calcio ma sicuramente per la nostra città. Personalmente ho conosciuto Michele Baldi. A differenza dei 'politici', quelli attaccati alla poltrona soprattutto per interessi di partito e personali, Michele è una persona vera. Un romano che ama Roma, la Roma e la romanità. Però non è un nostalgico radicato ad antichi concetti: è solamente un giusto. Una persona che si sacrifica personalmente per tentare di migliorare la città che ama ed i suoi cittadini. E' una voce sola, forse piccola, ma sincera e leale e certamente disinteressata. Non ha avuto dubbi nel lasciare la sua posizione di parlamentare per Roma di cui era capogruppo in un altro partito quando ha visto che lo stesso, sarebbe stato sordo alle richieste dei cittadini. Si è dimesso. Ha avuto dubbi nel proseguire la sua personale lotta a fianco dei bisognosi, dei dimenticati, di tutti coloro che in questa stupenda città vivono, lavorano, e sognano.
Lottando contro la sua non voglia di essere una delle tante rotelle che devono seguire il carro, Michele ha preso la decisione -coraggiosa- di affrontare da solo e senza nessuno sponsor dietro di se, la sua lotta che è la lotta dei romani dimenticati dal sistema clientelare che sempre promette e mai mantiene. Una sfida coraggiosa contro un quasi eletto sindaco ed uno sfidante. Non vincerà Michele. Gli mancano gli appoggi dei media (nessun giornale romano ne parla come dovrebbe, troppo presi ad incensare i due candidati preposti al ruolo di sindaco) ma, come un romano e novello Don Chisciotte, ha vestito la sua armatura fatta di coraggio ed onestà e, rinunciando al suo comodo privato, si è messo in discussione. Non per lui. Non per la sua lista. Ma solo per Roma e i suoi cittadini.
Spero che Michele sia il vincente di questo sporco gioco che si chiama politica anche se non lo sarà.
Indipendentemente dalle ideologie politiche, alle tradizionali differenze tra persone, rispetto e ringrazio l'onorevole Michele Baldi per la sua forza, per l'orgoglio con il quale AMA ROMA ma, in principal modo, per il suo reale interesse per i cittadini di una Capitale che da molto, troppo tempo, è terra di conquista per interessi personali e di partito e specchietto marketing per tutti coloro che ne hanno detenuto le redini fregandosene dei veri problemi della città e di chi la vive nelle zone perifiche, nei ghetti, nelle preoccupanti sorti quotidiane che tutti noi ben conosciamo.
Permettetemi si lanciare un modesto appello affinchè Roma torni ai romani e non a coloro che di Roma se ne infischiano e pensano solo a sfruttarla per i luridi interessi di partito.
Roma si deve svegliare.
Roma ai romani.
E dedicato ai due supercandidati, invito i cittadini romani a cantare come Gigi Proietti su 'La Tosca'...NUN JE DA RETTA ROMA
sabato 15 marzo 2008
CON IL CUORE IN MANO
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A 20 minuti dalla fine, l'Olimpico era un gelo. La Roma sotto di una rete a zero, giochicchiando una partita tra scapoli ed ammogliati, forse paga psicogicamente del passaggio ai quarti di Champions. L'Inter già più lontana prevendendo un risultato positivo a San Siro contro il Palermo e ciò significava l'addio cirtuale alla lotta per il tricolore.
Poi, tre minuti di folle Roma, dopo gli inserimenti di Spalletti che aveva innestato il piccolo Giuly ed il Maradona dei Balcani, Mirko Vucinic. Il folletto francese aveva il grande merito di pareggiare il conto con una grande rete e riaprire i giochi. Il montenegrino, invece, sigillava con una prepotente rete il 2 a 1 che permetteva ai giallorossi di accorciare di tre punti la differenza in classifica con la capolista Inter ed attendere, domani, di vedere come si chiuderà l'incontro tra i nerazzurri ed i rosanero siciliani.
Magica la reazione di una grande Roma dormigliona che, con finalmente acquisito cinismo, ha saputo tirare fuori cuore ed anima per domare un Milan che, mai prima di questo incontro, aveva saputo giocare così alla grande anche grazie al rientro di un poderoso Seedorf.
Ma dopo questo sabato testaccino, siamo convinti di dire che questa squadra ha tutti i requisiti per vincere tutto. Parlare di grande slam porta jella e non ne parliamo però, così gagliarda, la Roma non la vedavamo da anni.
Grazie alla cura Spalletti ma anche al grande, forte, indomito cuore dei nostri giocatori che avranno tempo per togliersi tante grandi soddisfazioni.
Mai come non mai, usciamo dallo stadio con la voce roca e con il cuore che palpita forte ed un sorriso che non riusciamo a levarci dal viso.
Anche il diavolo è domato.
Mercoledì, tocca alla Lazie.
Sempre FORZA ROMA!
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venerdì 14 marzo 2008
Spalletti: "Il 7-1 una piaga che possiamo curare"
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La conferenza stampa del tecnico a Trigoria. "Non sarete mica sorpresi", sorride Spalletti ai giornalisti.
Ancora il Manchester United, ai quarti.
"Possiamo dire quel che si vuole. Per me è importante il ricordo del dispiacere dei ragazzi dopo il 7-1. E' fondamentale per riaffrontare una partita di questo livello, contro la più forte squadra del momento. Quella sconfitta, quel neo lì, ci ha fatto maturare di più. Siccome è una piaga, possiamo curarla e per certi versi ci fa anche piacere."
Adesso c'è il Milan.
"Con il Milan mi aspetto sempre lo stesso. Che i ragazzi vadano a fare il loro mestiere, visto che sono stati bravi a creare i pressuposti giusti, sono tutte partite importanti per il futuro. Il Milan sembra diventata una squadra normale. Mi sembra che invece abbia vinto sette delle ultime dieci partite. Sento parlare del Milan come se fosse una provinciale, di fondo classifica. Invece sta facendo più punti di tutti esibendo un buon calcio".
Domani farà 300 panchine.
"E' una tappa fondamentale, perché ho avuto a che fare con dei ragazzi che mi hanno permesso di fare questa professione, rendendomela importante. Fanno spettacolo, attaccano. Sono ragazzi splendidi".
Roma che tappa è?
"La squadra sta scrivendo un bel romanzo, dove ci sono ancora parecchie pagine da leggere. Un romanzo intenso, bello, passionale, con il rischio del colpo a sorpresa in un ambiente bello e affascinante".
E' il suo momento più bello?
"No, mi devo sempre porre nello stesso modo di fronte a difficoltà e risultati, cercando di dare una linea di condotta. Per me non cambia niente, devo fare le stesse cose sempre. In un ambiente così, vincere ti dà il supporto di chi sta vicino".
L'Inter sta messa peggio di voi.
"La Roma ha fatto vedere una solidità complessiva. Ma l'Inter con il Liverpool ha giocato una grande partita, le sono girati contro un paio di episodi, ma avevano creato i presupposti per ribaltare il 2-0 dell'andata. Loro sanno quali sono i comportamenti per rimettere le cose a posto. Non credo che creerà delle turbative in campionato".
Lei ha detto di essere orgoglioso di avere un giocatore come Totti.
"Mi danno un contributo tutti i giocatori, mi insegnano cose nuove. Io prima di tutto cerco di essere loro amico. Francesco, dentro la nostra realtà che è fatta di sviluppo, è l'uomo ideale, perché sa interpretare certe situazioni e dà tanto alla squadra e la squadra sa restituirli quanto lui si aspetta. Ma è chiaro che Totti ha qualcosa di più sul piano della qualità pura".
Quante possibilità ha la Roma di passare il turno?
"Cinquanta e cinquanta. La mia squadra deve avere una mentalità giusta. Non avrei gradito che fosse arrivata ai quarti solo con le individualità, mi avrebbe creato più problemi. Invece ci è arrivata con il collettivo, con l'insieme di comportamenti. Il Manchester è una squadra tosta, ma se ne riparlerà dopo".
Quali sono le sensazioni dello spogliatoio?
"Bisogna che questo fattore maturità, personalità, vada dimostrato in partita".
Scolari, il ct del Portogallo, ha paragonato la Roma all'Olanda del calcio totale.
"Ci può stare il paragone. Segnano tanti giocatori, i terzini aiutano e gli attaccanti rientrano. Il suo è un grande complimento che ci responsabilizza".
Non ci sarà Mexes con il Milan: perchè è diffdato e vuole averlo al derby.
"La partita c'è da farla domani sera, stando attenti alla gestione dei cartellini per il derby, avendo giocatori sempre freschi. Mexes ha un grandissimo ematoma sul fianco, che lo limita. In allenamento si è dovuto fermare".
Firmerebbe per restare a -6 dall'Inter dopo il derby?
"Lasciamo continuare a giocare i ragazzi, senza firmare niente".
Il calendario può essere favorevole, dopo Milan e Lazio.
"Per recuperare questi punti va fatto uno sforzo in apnea, dalla prima all'ultima partita. E' difficilissima, anche perchè l'Inter non ha problemi di organico. Hanno anche una struttura societaria che gli consente di gestire eventuali difficoltà".
Mancini si era dimesso.
"Una reazione emotiva momentanea, di fronte all'esasperazione del risultato".
La Roma ha dato segnali importanti dopo i ko importanti. L'Inter può fare lo stesso?
"A quello che deve fare l'Inter ci penseranno da soli. E' vero che la Roma ha ribaltato molte situazioni contrarie. Qualche volta ci siamo ammorbiditi dopo un periodo positivo".
Questa volta Cristiano Ronaldo non potrà esimersi dallo scendere in campo.
"Quella di Ronaldo era una battuta. Sono convinto che loro non abbiano gradito tanto la Roma ai quarti. Con il Manchester dobbiamo riuscire a mantenere quel livello di concentrazione, eliminando le pressioni, le difficoltà che ci giochiamo in tutte le partite. Dobbiamo pensare a ogni impegno singolarmente. Sennò fanno paura".
L'anno scorso ci furono incidenti durante Roma-Manchester.
"Sono convinto che Roma e Manchester possano dare un contributo per lo sport. Sono club importantissimi che danno spettacolo e che dicono no agli atteggiamenti violenti. Ci saranno le famiglie e i bambini, bisogna avere rispetto verso di loro. Anche l'ordine pubblico farà la sua parte".
Cosa la preoccupa più del Milan?
"Mi preoccupano i collettivi, l'individualità può non funzionare. Mettere sotto undici giocatori è più difficile che uno solo".
C'era chi era contento di avere pescato il Manchester?
"Sì, come no! Erano tutti contenti, gli accappatoi si sono staccati dalle pareti!"
Domani farà trecento partite in serie A.
"Trecento partite è un traguardo importantissimo, ambitissimo. Mi faceva piacere se fosse stato tagliato, pensavo di averlo fatto la scorsa settimana. Meno male che non l'ho saputo prima".
déjà vu
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E pensare che al primo sorteggio effettuato e che vedeva il derby inglese avevo tirato un respiro di sollievo. Però mi è restato in gola osservando, immediatamente dopo, uscire dall'urna il nome ROMA e, subito dopo, l'abbinamento con il MANCHESTER.
E' un déjà vu esattamente come quello dello scorso anno. Ma è passato un anno e la Roma è maturata. E' più consapevole, sicura. Ci sono i giocatori ma c'è, soprattutto, la convinzione di essere ciò che siamo: forti e determinati. Certo che lo Shalke 04 si presentava come soluzione più facile per giungere alle semifinali ma, con la sfera e con 180' secchi, non si può mai dire.
Possiamo anzi avere una marcia in più: la rivincita di una incredibile beffa che non deve ripetersi. Tutt'altro, dobbiamo cancellare l'onta e, questa occasione, può essere quella buona per farlo.
Andata a Roma e ritorno in Inghilterra. Non facile. Ma abbiamo visto a Madrid, cosa è capace di fare la Magica. Non dobbiamo temere bens' essere temuti da tutti. Siamo tra le più forti d'Europa e se non ci saranno aiutini (ma in Europa è molto difficile a questi livelli) possiamo passare questo tremendo turno.
Restano 4 partite da giocare prima di Mosca.
Sono 4 finali.
Sono quattro imprese da vincere per realizzare il sogno. Quel sogno che, dal 30 maggio 1984, spero ancora che si concretizzi. Questa Roma ce la può fare: per la sua storia, la sua società, i suoi giocatori, i suoi tifosi, la sua città.
DAJE ROMA DAJE!