lunedì 21 luglio 2008

EL BUEN RITIRO


Ci mancava Trigoria, l'appuntamento con i giocatori che alla spicciolata raggiungono il Fulvio Bernardini. Ci mancava l'esultanza del tifo che si appassiona a rapinare rapidi scorci di quello o quell'altro atleta che ci faranno sognare durante la stagione di calcio.
Se n'è parlato molto di Roma dopo la fine della stagione passata. I soliti pettegolezzi, le maldicenze, il fumo buttato violentemente dentro gli occhi dei tifosi che si sono trovati smarriti e confusi sul futuro della squadra.

Prima la vendita della società. Poi i rinnovi dei contratti. Poi, ancora, il mercato acquisti sognando nomi improbabili e reagendo criticamente ad altri meno graditi. Ma il calcio business è questo che si ripropone ogni anno per riempire pagine di giornali che, altrimenti, non venderebbero come vorrebbero e di giornalisti che devono pur campare per far riconfermare il contratto con i propri sponsor in quella radio oppure nell'emittente locale. Quindi, tutti sanno tutto e tutti sono ben informati da qualcuno dentro la stanza del potere giallorosso. Ma mai è così e nulla è come vogliono farlo apparire. Fidandomi della dirigenza che in tre anni (era Spalletti) ha ben operato anche se con tutti i limiti del caso, sono certo che la rosa attuale sarà completata per sopperire alle partenze di chi non vestirà più i nostri colori il prossimo anno calcistico. Finora, gli arrivi di Riise, Loria e Arthur, nonchè la proprietà totale di Vucinic ed Esposito, il rinnovo del contratto di DDR, sono da considerarsi delle buone basi sulle quali implementare i nomi mancanti della prossima Roma.
In fondo, abbiamo un gioco ed una nostra identità precisa e basta poco per poterla migliorare con quello che serve al mister.
Roma ai posti di partenza: riapre Trigora, el buen ritiro.

giovedì 12 giugno 2008

CHE ROMA LA PROSSIMA STAGIONE?



Eppure c'è chi grida al miracolo a fare da controaltare a chi parla di serio piano di programmazione aziendale.Il dato di fatto però, è che puntualmente, ogni anno alla fine del campionato, la Roma non è mai tranquillaneppure di godere dei risultati eventualmente ottenuti.VOci, illazioni, cattiverie, chiacchiere da bar dello sport, rumors mediatici appositamente studiadi e diligentementeapplicati da molti media per tirare l'acqua al proprio mulino, si intersecano sconvolgendo la tifoseria giallorossache non ha neppure tempo di godere di nulla.Quest'anno, oltre alla ovvia campagna acquisti cessioni, c'è l'affaire societario: si vende, non si vende, boh! In cui ogniipotesi è buona e tutto ed il suo contrario si parallelizzano in maniera quasi viscerale.Neppure l'Europeo e le sue critiche iniziali generate dalle politiche scelte di Donadoni, è riuscito a distoglierel'attenzione dalla cassa di risonanza sintonizzata sulla Roma.Mancini: va via. Ferrari: partito. Aquilani: forse buono per incassare milioni. De Rossi: deve firmare. Esposito: da restituire al mittente...e così via. Voci che hanno implicato poco signorilmente anche Luciano Spalletti (Chelsea?Milan?) dulcis in fundo.Tutta colpa di noi tifosi creduloni? Eppure siamo professionisti, operai, studenti, gente comune e no: possibileche siamo tutti cretini pronti a buttarci a capofitto sulla prima voce lanciata da chissà chi?Si dice della difficoltà del gruppo Sensi, dove solo la Roma è la società in utile. Posso dire che non sono affarimiei: la famiglia Sensi non mi dà da mangiare e neppure mi chiede soldi. Alla stessa, come tifoso, posso solo cheessere grato per aver salvato la Roma dal fallimento Ciarrapico e da Mezzaroma e di avere, con il tempo, l'impegno esopratutto gli investimenti fatti in passato, aver regalato a noi tifosi delle belle soddisfazioni e qualchevittoria. Se adesso i Sensi fanno ciò che fanno restano solo affari loro ma una cosa voglio denunciare: loscarso rapporto mediatico che hanno con la propria tifoseria che, oltre a leggere i comunicati ufficiali emessiobbligatoriamente pro Consob, null'altro dice di confortante circa le sorti della squadra.La Roma viene da due stagioni straordinarie anche se deve essere valutato il fatto che ha goduto del vantaggio diconfrontarsi -come l'Inter- dopo calciopoli con le grandi penalizzate ma, è passato.Juve, Milan, Fiorentina e la stessa Inter coltivano ambizioni di vertice e si stanno rinforzando alla bisogna e laRoma deve fare altrettando se vuole continuare a proporre un bel calcio che sia anche fruttuoso.Di nomi se ne stanno facendo molti come sempre ma il veto subliminale del quantum da investire e del famoso tettoingaggi, elimina la maggior parte degli stessi.Quale Roma dobbiamo aspettarci quindi?Dobbiamo continuare ad un miracolo sperando nello stellone?Non sempre è domenica e senza giocatori non si può aspirare a molto ma sono cetto che chi deve sapere, già ne èpienamente cosciente.

venerdì 6 giugno 2008

LA ROMA SIAMO NOI: BASTA CON I CAZZARI!


Che dire? Sono, siamo disorientati da quest'ennesima telenovela estiva che implica la nostra squadra, i nostri colori. Dopo la fine dei giochi sportivi sono iniziati (o meglio, continuati ed esplosi) quelli extracalcistici relativi alla supposta cessione della società e tutto quanto ne comporta.
Il titolo impazzito in borsa da modo alla Consob e alla Procura di indagare circa l'ipotesi di aggiotaggio. La società, oltre a stilare con il contagocce i soliti comunicati necessari ed obbligatori essendo quotata in borsa, non esprime alcuna chiarezza verso i propri tifosi che, trepidanti ma anche esausti di un vero e proprio tira e molla mediatico, non sanno più a cosa e a chi credere.
La società, nonostante le cose positive che ha saputo fare in questi anni, denuncia chiaramente un deficit pericoloso circa la comunicazione. Sito internet vecchio e poco attualizzato -per non parlare di Roma channel e tutti i problemi relativi alle vertenze di chi vi opera- evidenziano gap comunicativi che tanto fanno pensare a un minimo interesse da parte del vertice della società verso la propria tifoseria che, invece, abbisogna di essere correttamente aggiornata circa gli sviluppi societari. La mancanza di chiarezza offre, quindi, un viatico per giornalisti cazzari e per gente che cerca di speculare viscidamente per i propri interessi e, a farne le spese, è sempre e solo il tifoso verace che, stordito, viene spesso manipolato come fosse una marionetta.
Personalmente sono stufo di questi cazzari della carta stampata, delle radio, delle televisioni che prendono a pretesto ogni ipotesi -anche la più fantascientifica- per creare inquietudine ed incertezza.
Ma, oggettivamente, qualcuno ha guadagnato molto con i famosi rumors che si sono inanellate in questi ultimi due mesi. La vicenda Soros, la Inner Circle, gli arabi, i faccendieri made in USA...tutto e di più, hanno procurato tangibili utili circa gli investitori delle azioni Roma anche se poi, la società ha limitato a dire che non c'era nulla di vero e di concreto. Dichiarazione che suona falsa come una moneta di 3 euro: ci sono stati contatti con la Inner così come con la Unicredit.
Il problema relativo al gruppo Sensi è chiaro da tempo e, seppur alienando già asset delle società, il piano debitorio è a forte rischio e la soluzione sarà determinata solo il 30 di questo mese con l'approvazione o meno, sia del piano di rientro che con il bilancio. Il problema è che negli asset dei Sensi risulta esserci anche la società Roma calcio che, indiscutibilmente, dovrà essere venduta in un modo o nell'altro. Ma non perchè i Sensi (che pur vorrebbero per affetto ma anche per interessi) mantenersi questo gioiello (quasi 20 mln di euro di utile) bensì perchè, vendendolo, la Unicredit rientrerebbe di parte della sua esposizione creditizia nei confronti della indebitata Italpetroli.
A questo punto il problema di noi tifosi non è tanto la questione finanziaria della famiglia proprietaria del pacchetto di maggioranza della società, bensì quale sarà il futuro della stessa e quali piani di gestione per l'immediato futuro ci sono.
Nodi da sciogliere in primis (riscatto di Vucinic, rinnovi contrattuali per De Rossi, Aquilani ect, cessioni di Mancini ed altri) ma anche quale campagna acquisti ci aspetta anche se, il duo Pradè-Conti ha fatto, finora, miracoli con la poca disponibilità messa loro a disposizione dalla società.
Eliminato anche l'ultimo rumor che voleva Spalletti in Inghilterra, pensiamo che la società, al momento rappresentata dall'ad Rosella Sensi debba essere chiara con i tifosi giallorossi, emanando un chiaro comunicato che dica quello che la società ha programmato di fare. E' un problema di rispetto verso tutti coloro che hanno assicurato, assicurano ed assicureranno, lealtà tifo e soldi a questi coloro e, che soventemente, ciò significa rinunce e sacrifici in nome di una maglia che amano e onorano da sempre.
Reputo sia corretto -anche se tardivo- un gesto del genere per dare precise indicazioni, per dire cosa poter aspirare e, per denunciare tutti i cazzari che nel piatto Roma ci hanno mangiato.
Noi siamo degni di questo rispetto e lo esigiamo.

sabato 24 maggio 2008

ROMA COPPA N° 9: I CAMPIONI SIAMO NOI




Siamo noi i campioni d'Italia.

Non per il tricolore, assegnato e comprato già da sempre da patron dell'Inter, anche se lo stesso ha tremato fino a 40' dalla fine del campionato orami terminato.

Ma siamo noi non solo per aver vinto la 9° Coppa Italia (raggiungendo la Rubentus) ma per aver demolito le certezze dei nerazzurri che pensavano di scendere all'Olimpico per fare una soiree d'onore.
Il testaccino Mexes, invece, ha demolito questo sogno targato Milano con una rete spettacolare degna del miglior attaccante che la Roma non ha mai avuto.
Raddoppio meritato siglato SuperSimo che, prima di andare agli Europei, si è tolto la soddisfazione di una rete decisiva che ha messo al sicuro il risultato che, a parte una rete di Pelè estratta da un cilindro magico, nulla o poco è riuscita a fare contro la determinazione dei gladiatori di una stagione intera.

La felicità della premiazione e del subito dopo, ha evidenziato molte cose sulle quali ragionare a freddo ma dalle quali sono emerse delle indicazioni istintive.

Innanzitutto la Coppa Italia, per dirla alla Spalletti, non è una coppetta insignificante. In seconda battuta, tutta la squadra (inclusi i partenti) hanno dimostrato di tenere alla maglia giallorossa (penso ad esempio alla gioia di Esposito e Ferrari) e di rispettare il pubblico dei tifosi. Infine, pare che sia stato sancito il cambio al timone della società, con una Rosella Sensi raggiante soprattutto per suo padre, il presidente Franco, al quale pare aver regalata questa ultima soddisfazione prima della cessione della Roma.

Probabilmente nella prossima settimana avremo notizie più circostanziate e le novità che tutti i tifosi si aspettano per vedere al vertice della società, un imprenditore che ha possibilità economiche e nuove idee per la Roma a livello globale, probabilmente verranno alla resa dei conti.

Se sarà così, benvenuto al magnate Soros ma totale rispetto e riconoscenza per una famiglia che, dal 1993 ha saputo gestire alla meglio, questa squadra, questa città e i suoi tifosi regalando scudetto e coppe e gioco che, a livello qualitativo, è stato senza dubbio il migliore espresso in Italia e, in certi momenti, anche in Europa.

La stagione, quindi, termina così come era iniziata e cioè con la conquistata meritata sul campo di un trofeo, in questo caso tra le mura amiche dell'Olimpico e già sono certi due impegni: la Champions League passando per la porta principale e la sfida contro l'Inter della Supercoppa italiana che a settembre vedrà davanti i due schieramenti molto sicuramente ognuno con le sue novità.

Ancora un grazie a questi ragazzi che ci hanno regalato un piccolo grande sogno e, soprattutto, una sportiva vendetta contro chi, immeritatamente, ci ha rubato il tricolore.

Ma, l'appuntamento è solo rimandato al prossimo anno...

domenica 18 maggio 2008

NUN ME SVEJATE


E' un sogno.

A poche ore dall'assegnazione del tricolore contro l'Inter che si batterà, come noi, con una squadra che lotta per la savezza.

Nun me svejate.

Roma è tutt'un foco e se consumeno li riti de la scaramanzia.

Chi c'ha er posto pè vedè la partita in santa pace; chi co le birre; chi preganno; chi idolatranno er campione der core...chi parla, chi se sta zitto.

Tutti in questa granne città se move en punta de piedi per no fasse sgamà.

Le radio parleno, manneno li cori, le canzoni più gajarde che ce ricordeno li momenti magggici de sta Roma nostra, gajarda e tosta.

Chi s'affida ar Padreterno, chi semplicemente all'inferno (pè l'interisti), e tutti, tutti insieme

stamo a pregà che succede.

Un miracolo Madonnina, un miracolo solo.

Vedè n'antra vorta sta città esurtà felice. Riempì piazze, vie e viali, stretti nell'unico amore,

quello giallorosso che stavorta sarebbe più grosso, dell'urtimo colore che c'ha preso ar core.

L'artra volta -nun era mistero- c'era si er phatos quello vero, ma lo sapevamo da tempo

che quel tricolore ce sarebbe stato cucito ner petto.

Mò no: nun era cussì.

Nun ce speravamo proprio più, vedenno i nerazzurri sempre più su.

E invece...amo sperato! amo sognato! amo pregato e bestemmiato.

E li nostri giocatori, belli come er sole, c'hanno rigalato sto momento tanto agognato.

Certo...nun dipenne solo da loro ma l'arti, li brutti, stanno a morì de paura...in du parole se stanno a cagà sotto mentre noi, nun c'avemo ch'esse felici e contenti...e ridenti sognà de arrivà a na cosa inaspettata...

Nun me svejate ancora...

Chiamateme solo si davvero, nel giallorosso delle nostre maje, delle nostre bandiere e striscioni,

c'è sta un tricolore cucito quest'oggi.

Sennò, lassateme dormì...che st'attesa sia dorce pè tutti...

domenica 11 maggio 2008

ANCORA NON CI CREDO!


Quello che neppure i più ingenui ottimisti speravano si è avverato: la Roma vince all'Olimpico contro la Delneriana Atalanta mentre il Siena riesce a pareggiare 2-2 a San Siro mentre ilpopolo nerazzurro pensava già di festeggiare lo scudetto alla penultima giornata.

Un punto ed una partita ancora, ci divide dall'Inter che, ora più che mai, si sente più che pressata dalla nostra presenza.

Questo poteva già dirsi un campionato chiuso, sia per i troppi errori di disattenzione della Roma che, a volte, non è stata cinica e sia per gli aiuti dall'alto concessi alla squadra di Moratti. Ma la magica ci ha sempre creduto ed ha continuato la propria strada senza volersi fermare.

A 90' dal termine di un campionato emozionante, tutto si giocherà al Massimino contro il Catania e al Tardini contro il Parma. Saranno partite vere per tutti e quello che dispiace è a non essere a pari punti con i nerazzurri ma grande è la speranza e la trepidazione che i cuori giallorossi stanno vivendo e vivranno per tutta la settimana entrante.

No parlerò della partita appena conclusa se non per segnalare un ragazzino dal nome Panucci che, ancora una volta, ha dimostrato classe, eleganza, doti atletiche e qualità umane.

La nota stonata è stato vedere un Olimpico scarsamente riempito da tutto quel popolo giallorosso che forse, in questa maniera, ha inteso protestare contro la gestione Sensi circa l'affare Soros.

In democrazia tutto è lecito se resta dentro le regole e, anche se personalmente non concordo con questo sciopero del tifo, tuttavia lo accetto come dimostrazione di una parte della piazza romana e romanista.

Ma adesso, per favore, non svegliatemi...voglio ancora sognare.

giovedì 8 maggio 2008

SFIDA INFINITA


Tra campionati e coppe varie, continua la sfida contro i nerazzurri.

L'Inter pare aver sostituito la Juve -storica nemica degli anni '80- in questi anni 2000. Come da copione la squadra milanese approda alla finale di questa Coppa Italia ed incontrerà proprio la Roma che a Catania, con una squadra più che rimeneggiata, si è guadagnata l'ennesima sfida.

Partita, quella al Massimino, che è stata noiosa ma ha anche confermato la buona presenza del giovane Antunes (sarebbe il caso di sfruttarlo un pò di più) e la solita bocciatura dell'ex enfant prodige di nome Esposito, il quale ha dimostrato di essere troppo fragile per combattere le difficoltà morali di chi fa panchina e, quando chiamato all'appello, sempre delude le aspettative.

Tifosi della magica contenti?

Forse no. Le troppe voci del cambio di gestione societaria hanno influenzato la piazza romanista che da tutto per scontato (incluso questo traguardo 'minore') e che si appresta a vivere un'altra settimana di passione in attesa di veder realizzato il sogno chiamato Soros.

Quarta finale consecutiva da parte della Roma che premia una stagione che, probabilmente, terminerà domenica prossima laddove non battesse l'Atalanta nell'ultima partita all'Olimpico e l'Inter vincesse contro il già salvo Siena.

Resterà un inamovibile secondo posto -per il secondo anno consecutivo- ma con meno differenza punti rispetto a quello del campionato scorso, il sicuro accesso alla Champions del prossimo anno, e questa finale che potrebbe portare il trofeo di Coppa Italia che non deve essere preso come contentino.
Tutti all'Olimpico a salutare i campioni giallorossi domenica e, magari, salutare un miracolo chiamato Siena.

lunedì 5 maggio 2008

SI VIVACCHIA MA...


Insomma, il fatto di essere oggettivamente secondi, di essere la 5a squadra in Europa, di avere un bilancio in attivo, di aver battuto il record dei punti realizzati in un campionato di calcio, di essere in semifinale di Coppa Italia e quanto ne può ancora conseguire, pare essere un risultato quasi indecente per la banda Spalletti che pur ha giocato una media di una partita ogni tre giorni tra Italia ed Europa e spesso con giocatori out per infortunio (da Totti a Perrotta a Juan ect).
Eppure noi tifosi guardiamo solo agli errori commessi in campionato dalla nostra Roma e rimpiangiamo i punti perduti contro l'Inter, la Fiorentina, il Livorno e via dicendo, scordandoci che se l'Inter non avesse goduto dei tanti aiutini da parte degli arbitri, potevamo ancora ammortizzare le nostre disattenzioni ed il poco cinismo dimostrato in alcune partite di campionato.
La verità è che ci siamo anche noi distratti dalle note vicende societarie, dando per scontato il fatto dei risultati acquisiti e chiudendoli nel dimenticatoio delle cose quasi normali e non considerandole come successi raggiunti, e tutto questo solo per essere attratti dal miraggio Soros che, per noi, significherebbe Torres, Huntelaar e via discorrendo: cioè un organico da paura per vincere tutto e subito.
Però non è così. Ammettendo che ci sia il passaggio di testimone tra Sensi e la nuova proprietà, chi è sicuro che l'innesto di campioni di nomi e di immagine, possa assicurare il famoso salto di qualità che tutti noi aneliamo?
Certo: un conto è avere capitali per decidere rinnovi di contratti e poter avere risorse per comprare giocatori senza patemi d'animo, un'altra è dover far quadrare quanto si ha, con una più che oculata campagna acquisti sapendo che ci sono due benefit da pagare a Real e Barcellona e la questione Vucinic tutta da risolvere.
Sui contratti -dando per scontata la partenza sia di Mancini che di Ferrari ed il prestito di alcuni giovani- i nodi da risolvere sono molti ed alcuni urgenti (DDR, Aquilani, Doni su tutti) prima di gettarsi a capofitto nel discorso acquisti dove certi nomi che hanno girato finora, pare non siano sufficienti ad accontentare la piazza romanista.
Dimentichiamo che Pradè/Conti hanno assicurato finora dei buoni risultati pur non avendo molte risorse da gestire e possiamo lontanamente immaginare quanto farebbero avendo a disposizione un portafoglio ad organetto pieno di euro.
Mi spiace tuttavia, che il tifo giallorosso sembra essere già in vacanza, stufo del chiacchiericcio vero o presunto che ha animato queste ultime settimane.
D'accordo che pur a -3 dall'Inter e con solo due turni da disputare, solo l'artimetica ci consente (almeno fino a domenica prossima) di continuare a sperare però, sono certo, che se non ci fosse mai stata l'ipotesi Soros, in questo momento i tifosi romanisti starebbero a fare calcoli su come vincere ancora lo scudetto.
E' la noia che ci uccide...e ci fa perdere i sogni

domenica 4 maggio 2008

TROPPO TARDI?


Siamo a meno tre dall'Inter capolista e mancano solo due giornate. Per il tricolore la Roma dovrebbe vincere sempre e l'Inter perdere una partita e pareggiarne un'altra ma, questa sarebbe pura fantascienza solo a pensarla possibile.
La Roma -di fatto seconda ed in champions con il suo record punti battuto- ha iniziato a perdere il campionato in partite disattente (specialmente contro squadre di caratura inferiore), dove troppe volte non ha saputo trasformare il suo gioco in qualcosa di cinico, come avvenuto oggi a Marassi contro una avvelenata Samp che ha annichilito i giallorossi per tutto il primo tempo dove solo a San Doni deve dire grazie per le stupende parate che hanno fatto restare il risultato sullo 0-0. Poi, nel secondo tempo già maturo, ha siglato il vantaggio con Panucci e messo al sicuro il risultato dopo solo 4' con un bel tiro di Pizarro, per poi chiudere definitivamente sullo 0-3 con Cicinho che ha sfruttato un micidiale contropiede.
Tutto questo mentre i nerazzurri perdevano 2-1 un combattuto derby della Madonnina e si vedevano rimontare tre dei sei punti di vantaggio sui giallorossi.
Sicuro che si apriranno le innumerevoli teorie dei SE e dei MA che spiegheranno, vivisezionandoli, tutti gli errori commessi sia dalla Roma in quelle partite dove poteva (e doveva) vincere, nonché i famosi 'aiutini' che la squadra di Moratti e Mancini, hanno goduto nel corso della stagione.
Si, hanno adesso come non mai, il fiato sul collo ma il periodo dove è possibile sfruttare questo gap psicologico -ammesso che lo tengano- è ridotto al minimo possibile ed è solo aritmetico. Se vogliamo restare realisti, possiamo solo festeggiare la decisa entrata in Champions (soldi buoni per la società), l'aver battuto il record dei punti realizzati in un campionato di calcio, l'aver l'attacco più prolifico senza un vero e proprio goleador di peso e il tutto mentre si attende il ritorno della semifinale di Coppa Italia.
Penso alle pesanti assenze di Totti, Juan, Aquilani, Pizarro, Taddei, Perrotta che durante il campionato hanno pesato enormemente mentre si giocava in Italia ed Europa con il ritmo di quasi una partita ogni tre giorni...
Purtroppo a Roma non abbiamo un San Gennaro al quale rivolgere una supplica per vedere quel triangolino di stoffa tricolore puntato nelle future maglie giallorosse e dobbiamo solo rimanere con i piedi ben piantati per terra in attesa di un futuro che arriverà puntuale.

domenica 27 aprile 2008

DETERMINATA!


Una partita, quella contro il Torino, che ha visto una squadra determinatissima che tanto speravamo vedere anche contro il Livorno. Un tondo 4-1 con tutte le reti siglate in un range di 14 minuti tanto per chiudere la pratica. Se si pensa che la Roma ha anche segnato una rete annullata misteriosamente a Mexes e colpito un palo, possiamo capire che pur senza un centravanti di peso, il gioco di questa squadra premia tutti i giocatori giallorossi che possono andare un gol.

Seppur lo scudetto è andato a tre partite dalla fine del campionato ma con l'Inter sempre a +6, la Roma ha l'obbligo di difendere dalla Juventus, il suo secondo posto e, magra soddisfazione supplementare, vedere la Lazio a -37 punti.

Le voci circa la situazione societaria di eventuale cessione di azienda da parte dei Sensi al gruppo di Mr. Soros, pare non abbia disturbato più di tanto i giocatori che, diligentemente, hanno pensato a mettere subito k.o. i granata per non correre rischi rappresentati da cali di tensione in una domenica particolarmente estiva.

Mancini ha trovato una doppietta (3° e 4° gol) mentre Vucin ha messo al sicuro il primo gol segnato su rigore da Pizarro, raddoppiando dopo soli 6 minuti il vantaggio giallorosso.

Inspiegabile il rosso diretto sbattuto in faccia a Juan che, pur facendo un fallo non cattivo da quasi ultimo uomo sul punteggio di 4-1, è stato invitato su due piedi dall'arbitro, di uscire dal campo.

Tornando alla situazione che più anima ogni discussione -gioco del calcio a parte- pare che questa debba essere la settimana fondamentale per la società per prendere delle decisioni sulla compravendita della SpA Roma calcio anche se, ultimamente, ha diramato comunicati con i quali tende a svilire voci di eventuali dismissioni.

Non resta che rimanere alla finestra e vedere le novità.

domenica 20 aprile 2008

A PRESTO FRANCE'


Un'altra operazione.
Un altro calvario.
Un altro recupero lungo e doloroso.
Ecco riassunto il nuovo infortunio al nostro capitano durante quel maledetto Roma-Livorno che ci ha fatto perdere le speranze di vincere il tricolore.
4 o 5 mesi per il recupero, forse meno, conoscendo la caparbietà di Francesco Totti che di questa Roma, di Sensi, o degli arabi o degli americani, è sempre e resterà il faro che illumina ogni cosa.
Ho evitato di commentare l'ultima gara, deludente sotto ogni punto di vista, perchè troppo amareggiato e intristito dall'esito finale che ci dichiarava, fuori dalla lotta scudetto.
Ho evitato pure di commentare gli avvenimenti relativi alla cessione (o quanto meno alle voci che circolano con insistenza da tempo sulle sorti della società ASRoma) per non alimentare la confusione che regna nella capitale tra speranze e scetticismo, tra gioia e malinconia.
Però, per il capitano della Magica, non posso esimermi di scrivere qualcosa. Totti è forte come atleta e come uomo e sappiamo tutti che continuerà a lottare per i colori da lui amati da primo tifoso, da unico capitano, da campione qual'è.
L'intervento -si legge- è riuscito bene e Francesco già è proiettato verso il futuro lui, che di questo scorcio di campionato e coppa Italia, non ne può più far parte.
Dovrà essere la squadra tutta ad onorare queste ultime partite per lasciare i propri tifosi con la sensazione che il gruppo sia ancora compatto e determinato a dimostrare la sua voglia di vincere, per onorare la maglia che indossa e che tante persone fa palpitare.
Ma gli auguri veri, sinceri, sono solo per Totti campione: che ci regali ancora le sue magie, il suo orgoglio, il suo amore per questa squadra e questa città che merita, insieme a lui, di vincere ancora e ancora...
Forza Francesco!

mercoledì 16 aprile 2008

PER NIENTE FACILE

Dura anche questa Coppa Italia.
Si pensava di ipotecare la finale battendo implacabilmente il Catania ma così non è stato.
La chiave di lettura è Roma-Cagliari 1-0 gol di Totti.
Un primo tempo da dimenticare che ha avuto solo il pregio di farci capire che Esposito non è da Roma e che ha sprecato anche questa chance dove doveva dimostrare il suo valore che pare aver smarrito.
Per vincere Spalletti ha dovuto cambiare la squadra che aveva sostenuto un pesante turn over e, solo allora, ha preso in mano le redini dell'incontro. Certo che si doveva vincere in modo più significativo e, invece, al Massimino dovremo proprio sudarcela questa benedetta finale.
Una cosa mi è parsa di vedere: un certo equilibrio si è rotto in questo finale di campionato e lo si capisce dagli automatismi che non funzionano più come prima; dal nervosismo che è esploso tra Doni (uomo fino a quel momento calmissimo) e Panucci e che non si è ricomposto; dal caso Mancini che non si 'offre' ai tifosi davanti a Trigoria per firmare gli autografi; all'aspetto societario che naviga a fari spenti nell'eventuale trattativa con Soros; alla piazza che percepisce tutto questo e che vorrebbe, invece, la società già pronta a fare trattative per portare nella capitale il meglio che c'è per continuare a vincere...
Certo non è che un Roma-Catania abbia scatenato tutto questo ma i 15000 tifosi presenti, in una semifinale seppur non di cartello, ci pare un segnale evidente di disaffezione fin tanto alcuni punti non vengano chiariti.
Vedremo se a Catania, la squadra riuscirà a forzare il blocco siciliano per giungere alla finale e strapparci un sorriso...

Sempre FORZA ROMA!

domenica 13 aprile 2008

DAJE ROMA DAJE


E' stata tosta battere questa Udinese vogliosa di Champions. Alla fine, possiamo tirare il classico sospiro di sollievo: 3 punti guadagnati e, in attesa della partita di questa sera, di nuovo a -1 dall'Inter che se la vedrà con la Fiorentina.
Una Roma che ha ritrovato Totti (ancora con la forma da recuperare però sempre iluminante) e che con Vucinc, Taddei e Giuly (tutti hanno raggiunto quota 6 gol con le reti siglate ad Udine) hanno chiuso la pratica con i friulani che pure erano passati in vantaggio con Di Natale -tutt'altro che giallorosso- ma che avevano di fronte una squadra più che motivata, dopo l'eliminazione dall'Europa del calcio. Con nervi scoperti e determinazione (evidenti segnali ci sono stati nella lite tra Doni e Panucci che, forse, avrà degli strascichi) i giallorossi si sono saputi ritrovare dopo un attimo di smarrimento dovuto al fatto di saper di dover recuperare lo svantaggio per non perdere altri punti dalla capolista. Così è stato anche per gli oltre 2000 tifosi che hanno raggiunto la lontanissima Udine, macinando km...
Ci piace aver vinto anche se il successo sarà maturo del tutto quando alla fine del 90' del posticipo, conosceremo il risultato acquisito dalla nostra rivale di questi tempi. Tutti a gufare davanti allo schermo tv, insomma, nella speranza di veder recuperati più punti possibile dei tre finora acquisiti.
Trema Inter...la Roma non molla!
Sempre FORZA ROMA!

mercoledì 9 aprile 2008

E' CHE CI AVEVO QUASI CREDUTO...



Quando nel primo tempo ho visto miracolare da Doni tre palle gol lasciando così il punteggio 0-0, giuro che ho pensato che fosse la serata buona. Sensazione ancor più accentuata quando la Roma si è vista assegnare il giusto rigore. DDR....che dire di capitan futuro? Troppa tensione? Un peso della responsabilità così enorme che non ce l'ha fatta a caricarsi sulle spalle?
Il tiro verso il cielo ha raggiunto la malinconica Roma che, in quel preciso momento, ha compreso che la mission impossible era proprio tale. Eppure, quando i giallorossi hanno tenticchiato di giocare come sanno (anche se con evidente freno a mano inserito), il prode Manchester miliardario, è apparsa una squadra proprio terrestre con tutti i suoi limiti (indubbiamente pochi ma ci sono...) che poteva anche essere battuta in una serata.
Il rigore fallito da De Rossi, inutile non pensarlo, ha condizionato pesantemente la squadra che in caso contrario, avremmo sicuramente visto giocare in un altro modo. Però non è stato così facile dimenticare l'occasione sciupata e, credo, che anche i giocatori si siano resi conto della piega che stava prendendo l'incontro.
Criticando con una sommaria analisi, personalmente ho annotato molti errori di misura che hanno generato passaggi sbagliati e giocatori fuori ruolo (Mexes perchè ha rallentato la sua corsa favorendo la rete dei red devil?) ma posso capire pure che la squadra è volata in Inghilterra già con alcuni limiti fisiologici. Senza il faro Totti (di gioco e di personalità) dovendo recuperare uno 0-2 contro la squadra forse più forte al mondo; una condizione che a questo punto della stagione è quel che è, e contando su di una panchina che presenta ancora dei limiti (Esposito?); la tensione della rincorsa all'Inter per contenderle il tricolore; forse voci più significative anche con la questione della cordata targata USA per la compravendita della società...insomma un bel pò di cose da considerare. Ma in egual misura, va considerata la stagione dei giallorossi che, al 9 di aprile erano gli unici a poter giocare per un grande slam e che, a differenza dello scorso campionato, sta a -4 pti dall'Inter e in semifinale di Coppa Italia.
Siamo usciti dalla Champions con la testa alta, come quella dei nostri tifosi che fino al 90' hanno incitato la Roma accompagnandola con amore e fede, pronti a dimostrare a tutti che siamo pronti per il salto di qualità.

Sempre FORZA ROMA!

domenica 6 aprile 2008

HAI VISTO MAI?

Mai dire mai.
Mercoledì, a Manchester, il ritorno impossibile. Fare due gol senza subirne nessuno per pareggiare il conto e per poi giocarsi la semifinale. Improbabile. Anzi: proibitivo. Roma delusa dalla gara dell'andata che non le offre chance per pensare l'impresa realizzabile.
Ma siamo proprio sicuri?
A differenza dell'andata, la squadra giocherà senza alcun gap emozionale, non avendo nulla da perdere. Continuerà a non esserci Totti, il faro della Roma, il campione indiscusso targato giallorosso. Ma ci sarà la squadra. E con la stessa, la voglia di chiudere gli occhi ed assaltare il fortino biancorosso degli inglesi che, in difesa, sarebbero vulnerabili se solo la Roma giocasse in scioltezza e velocità come sa fare palla a terra. Pressing alto e via andare a scardinare la porta del Manchester e, se nel primo tempo le situazioni ci saranno favorevoli, si potrebbe andare negli spogliatoi con uno 0-1 che riaprirebbe tutti i giochi ed eliminerebbero il catenaccio britannico che tanto snatura, nel Manchester, la filosofia inglese del calcio moderno.
Sarebbe soltanto un sogno?
Non lo credo. Tutt'altro. Sono convinto che la squadra voglia farsi sapere perdonare dai tutti i suoi tifosi e voglia evidenziare l'orgoglio nazionale essendo l'ultima rappresentativa italiana nel massimo torneo europeo.
E poi chissà che la fortuna non possa girare anche dalla curva Sud quella sera?

UN'ALTRA SVISTA E L'INTER TORNA A + 4


Fa bene Spalletti a dire che lui si occupa solo di Roma quando gli chiedono dell'Inter, aggiungendo che è importante che la squadra faccia il suo dovere vincendo sempre tutte le partite.

Il mister è uno che ha capito tutto per non farsi venire un travaso di bile che noi tifosi, al contrario, lo viviamo quando vediamo certe ingiustizie vengono chiamate 'sviste arbitrali'.

Oggi, tanto per non farsi mancare nulla, la squadra di Moratti/Mancini, ne ha usufruito di un'altra a suo favore e proprio quella che ha permesso a Viera di aprire le marcature a Bergamo.

Che il francese dell'Inter abbia commesso un fallo ai danni del difensore che lo controllava, cosa che gli permesso di segnare e mettere l'incontro in discesa, pare che importi solo a pochi sportivi.

Non possiamo sempre giustificare tutto e tutti: così il campionato è falsato e va bene solo per chi gode di certe agevolazioni a proprio favore.

Che l'Atalanta vincesse non ci pensavo proprio ma un bel pereggiotto per rosicchiare due punti ai nerazzurri si, si poteva fare. Certo che non mettevo in conto la poca personalità degli arbitri che, putroppo, sembrano tutti clonati in uno stampino dov'e' indicata la dicitura 'agevolare l'Inter'.

Così è la vita del tifoso romanista di questi tempi che dovrebbe seguire le indicazioni di Lucianone per non incazzarsi più del necessario.

Però è lecito domandarsi: fino a quando esisterà questo servilismo nei confronti della prima in classifica?

E' scandaloso ciò che accade nel nostro campionato, sintomo evidente che abbiamo perduto l'occasione, attraverso calciopoli, di pulire veramente il calcio italiano. Ancor più evidente dalla nomina di Collina a capo degli arbitri, dove in molti avevano pensato a qualche scossone positivo in casa AIA. Non è avvenuto nulla di tutto ciò e, forse, è ancor più peggio di prima.

Avesse davvero ragione Moggi dicendo che l'Inter ha rimpiazzato la Juventus della prima repubblica del calcio?

Cicli e ricicli....

sabato 5 aprile 2008

PAZZA ROMA MA ALLA FINE E' -1


Eppure ci aveva fatto illudere. Un due a zero perentorio contro un Genoa per nulla rinunciatario con una rete di rapina di Taddei e, dopo 3 minuti, un gol straordinario di Mirko Vucinc che aveva fatto alzare in piedi tutto l'Olimpico (Totti e Aquilani in tribuna d'onore compresi). Partita che appariva chiusa e Roma che doveva limitarsi al semplice compitino di portare in porto quanto aveva maturato. Invece, nell'arco di un minuto, i due gol dei genoani avevano aperto una crisi di identità della squadra che si veniva a trovare in pieno caos esistenziale ancor più evidenziato dall'angoscia di dover per forza vincere un incontro che era, nelle ipotesi teoriche, già abbondantemente ipotecato.
E' stato a causa di un fallo in aerea su Taddei di Borriello che, tramite De Rossi, i giallorossi hanno definitivamente sigillato l'incontro che, se pur sofferto, ha portato la squadra a solo un punto di distanza dalla capolista Inter che domani, andrà a Bergamo per affrontare una Atalanta che è desiderosa di fare bella figura. Adesso la squadra di Moratti sente il vero fiato dientro al collo e, potrebbe risentire l'ansia di un vantaggio decisamente ridotto ai minimi termini. L'Inter deve vincere per allungare la distanza in classifica ma, sia per la crisi di gioco che per la dichiarata stanchezza del suo organico, inoltre fuori casa e proprio con un ostico avversario, non è propriamente facile.
Necessiterà vedere come si relazionano i nerazzurri e, solo dopo i 90' canonici, potremmo noi romanisti, tirare una riga e vedere la reale classifica.
Ci pare confortante comunque, vedere che la Roma non lascia nulla di intentato e che, a prescindere dal gioco e dai momenti di pausa che paurosamente prende in ogni partita, stia facendo il suo dovere di lottare fino all'ultimo per uno scudetto che tutti già assegnavano agli interisti.
Grazie comunque ai nostri eroi anche se, qualche momento fibrillante potrebbero pure evitarcelo.
Sempre FORZA ROMA!

giovedì 3 aprile 2008

1°COMANDAMENTO: NON MOLLIAMO!





Roma-Genova e si ricomincia con la rincorsa sull'Inter. Senza Totti e senza Juan.
Con Amantino in crisi di gioco e di contratto.
Con voci di cambi panchina tra Spalletti ed Ancellotti. Con il muso di Ferrari. Con giocatori fuori forma. Con i tifosi delusi della partita contro il Manchester che prende in giro pure la Ferilli e la storia della Roma antica.
Momento critico questo dove è imperativo ricordarsi e somatizzare il primo comandamento:


NON MOLLIAMO!


Chiudere il capitolo andata di quarti di Champions e pensare solo ed esclusivamente al Genoa che è necessario battere in qualsiasi modo per non perdere contatto con i nerazzurri di Mancini/Moratti e vedere cosa sapranno fare in questo turno di campionato. E' dura poter resettare le delusioni e scacciare la tentazione di lasciarsi andare alla deriva. Ma se la Juve dice che per la lotta al tricolore c'è anche lei (provocazione?) è il caso di resistere allo sconforto generalizzatosi dopo la sconfitta con il Manchester e pensare da grande squadra, lasciando perdere le varie fesserie che i giornali pubblicano tanto per.

Ora è il momento di tirare fuori gli attributi e schiacciare il Genoa come se nulla fosse e prepararsi al rientro del capitano per andare a giocarsela all'infinito a Manchester dal momento che non c'è più nulla da perdere. Hai visto mai che esce una serata magica? Però, prima di questi pensieri, restiamo ancorati alla finali di campionato che restano da disputare. L'Inter confessa di essere cotta e qualche problema incomincia ad averlo anche nella sua panchina. Se gli arbitri non la favorissero ulteriormente di quanto già fatto, tutto è ancora possibile.

Non mollare Roma!

CI MANCHI TANTO


Davvero ci manca tanto. A 3 anni dal giorno della sua scomparsa, Papa Giovanni Paolo II è rimasto nella memoria di tutti i cristiani, e non solo, del mondo. La sua figura di combattente per la fede, del suo sacrificio totale, del suo cammino, è qualcosa che nessuno potrà mai scalfire.
Vescovo di Roma, ha voluto veramente bene alla città che lo ha ospitato e venerato da vivo come da morto e la sua battuta "semo romani, damose da fa" è degna della sua persona allegra, aperta, vitale che ha stravolto il vuoto ruolo del Papa, trasformandolo in un qualcosa di enormemente immenso.
Ci manca davvero questo Papa polacco che, avrebbe dovuto essere solo di transizione. Invece, per un quarto di secolo non solo ha governato la Chiesa Cattolica ma ha costruito per la civiltà tutta, aprendo le porte chiuse da anni, a tutte le altre religioni. Ha visitato il mondo in lungo ed in largo, battendo ogni possibile record passato presente e futuro di visite pastorali prodotte da un Papa, che ha militato veramente la Fede in ogni angolo del pianeta, parlando ai poveri come ai ricchi, ai cristiani come ai non cristiani, con il solo scopo di aprire le porte al nuovo millennio religioso.
Difficile, se non addirittura impossibile, conquistare le folle come ha fatto lui: semplicemente impossibile fare alcun paragone...
Ci manchi Papa Wojtyla...

martedì 1 aprile 2008

A.A.A. CERCASI CONVINZIONE


Sarà, come dicono, la squadra di calcio più forte al mondo ma questo Manchester catenacciaro proprio non mi convince per niente.

Certo che quello che conta è sempre solo il risultato e se è conquistato con un brutto o bel gioco, poco importa. Eppure, con Cristiano ROnaldo ed il solito Rooney, i red devil si portano a casa una fondamentale vittoria che ipoteca di fatto, la qualificazione alle semifinali. Di sicuro mezza Italia, se non i 3/4, ha gufato contro l'unica italiana ancora in lizza in Champions e, quindi, sarà felice. La fede dei tifosi allo stadio andrebbe premiata meglio di quanto ha fatto una squadra orfana di un prezioso Totti che, dal salotto della sua casa, si sarà roso il fegato e non poco. Un primo tempo quasi anonimo e sotto tono dove la Roma si è ripetuta in un riverenziale timore degli inglesi, forse annullandosi di conseguenza. E' servito una rete degli inglesi per far si che i giallorossi cominciassero a giocare come sanno fare. Purtroppo è mancata la finalizzazione quando è riuscita a creare qualche palla gol che avrebbe potuto riequilibrare la partita. Molta confusione, tante incertezze e, sicuramente, una scarsa personalità dove pochi giocatori sono apparsi all'altezza della situazione: Panucci, magari Tonetto e qualche lampo di Vucinic all'inizio ma, in linea generale, l'appiattimento generale ha contribuito ad anonimizzare ogni nostro giocatore. Il Manchester dal canto suo ha valorizzato al meglio quello che ha creato o che gli sia stato regalato (vedasi Doni in occasione del raddoppio degli inglesi), dimostrando che a volte, occorre anche l'umiltà per guadagnare quel cinismo che necessita per raggiungere certi traguardi.


Purtroppo per noi, tra otto giorni dovremo assistere agli ultimi 90' che, al 99%, celebreranno la concretezza del Manchester e dell'odioso Fergusson che parte dall'Olimpico con la qualificazione in tasca.
Alla Roma è sicuramente mancata la personalità necessaria per le grandi occasioni che è solo emersa nei primi 20' del secondo tempo dove, avrebbe meritato almeno il pari ma poi, lasciando il pallino in mano agli inglesi.
Certo le assenze di Totti, Perrotta e Juan si sono sentite ma si sono evidenziati anche i limiti attuali di Aquilani, Taddei e Cassetti che hanno giocato al di sotto delle loro possibilità. Nessuna scusante per essere stati fino all'inizio della partita, in gioco su tre fronti. Se proprio si deve essere realisti, forse lo siamo adesso solo sulla Coppa Italia e, al 40% sul campionato dove è l'Inter a poter perdere il tricolore a patto di non perdere più alcuna partita.
Solo una trasferta a Lourdes può ancora darci la fede di sperare in una fantascientifica rimonta nei confronti del Manchester; per il resto siamo costretti ad attendere il prossimo anno per vedere quanta strada faremo in Europa...
Sempre FORZA ROMA!

lunedì 31 marzo 2008

SENZA DI TE


E' ormai certo: il capitano per la sfida contro il Manchester non sarà il nostro Totti.
Inutile aggiungere dettagli circa la sue condizioni che sono state già pubblicate abbondantemente.
Risulterà un incontro monco di quel valore aggiunto che tutti noi ben conosciamo però, la Roma, i suoi giocatori, i tifosi, possono e devono reagire con compattezza anche di fronte a questi episodi sfortunati, come l'assenza importante di Checco nostro. Reagire soprattutto per dimostrare all'allenatore spocchioso del Manchester (che già pensa di avere la qualificazione in tasca) che la Roma -squadra e tifosi- sono capaci di combattere anche contro la jella. Vogliamo la prova che la squadra c'è sempre -cosa che ha già saputo dimostrare in passato- anche senza il nostro capitano. Scenderanno in campo, anzi, con uno stimolo maggiore: vincere anche per il capitano che dalla tribuna, come qualsiasi tifoso, palpiterà per tutti i 90' di gioco per la sua squadra.
Per noi SEMPRE FORZA CAPITANO e sempre FORZA ROMA!

domenica 30 marzo 2008

MENO MALE

A volte succede. L'Inter non è passata a Roma contro la Lazio e pur avendo un turno in meno da giocare, la distanza tra noi e la capolista del rosichello, rimane sempre di -4. Peccato di non aver saputo sfruttare in pieno l'incontro contro il Cagliari che, speriamo, non diventi un altro rammarico a fine campionato.
Ci sta nel gioco delle cose ma, quanto meno, i nerazzurri non sono scappati come si temeva dopo l'1-1 del Sant'Elia.
Adesso bisogna concentrarsi sulla partita di Champions nella quale troveremo un Manchester più che in forma. Quello che deve preoccupare -a parte gli avversari- è la tenuta psicologica della squadra che non deve avere fretta di giocare ma deve rimanere ancorata al suo modulo di gioco con determinazione e maturità, tenendo conto che sono partite che si esauriscono solo dopo 180 minuti.
La Roma deve essere umile ed operaia ma non deve apparire ne rinunciataria e neppure deve snaturare il suo gioco.
Affrontare gli inglesi senza paura è il metodo per fare nostra la posta della gara di andata, dimenticando per un attimo il campionato.
Tutto è ancora possibile...

sabato 29 marzo 2008

PASSO FALSO E ADESSO?


cosa dire a bocce quasi ferme? Una Roma sciupona che non riesce ad oltrepassare l'ostacolo Cagliari. Autocolpitasi a freddo (autogol di Ferrari al 2' del primo tempo), recupera con una punizione del solito Totti ma non va oltre. Risultano sterili gli attacchi -specie nella ripresa- che, oltre a creare diverse palle gol, altro non producono. Non è neppure fortunata su un tiro di Amantino che si infrange sulla traversa, mentre in difesa appare traballante senza la presenza di De Rossi e con un Brighi anonimo che si limita a un compitino elementare senza osare di più. Mancava, forse, un Aquilani titolare a fianco di Pizarro che si è fatto ben vedere nello scorcio di ripresa che ha potuto giocare. Che sia già arrivata l'ansia Manchester? La squadra è apparsa appannata come idee e corsa, affrontando un primo tempo sotto tono. Ci ha provato con il folletto Giuly mentre Taddei ha evidenziato qualche problema di tono. Ci spiace per Mancini dal quale, a parte il palo, ci si aspettava una illuminazione che non c'è stata.
E, tra poco, in campo l'Inter contro la Lazio che può riallungare di due punti il suo vantaggio. Per chi crede alla fantascienza potrebbe anche vedersi ridurre a 3 la lunghezza sopra della Roma ma, se ci va bene (e bisogna proprio amare l'ottimismo) tutto potrebbe restare immutato ed il passo falso di Cagliari sarebbe presto dimenticato anche se resta presente l'ennesima occasione perduta.
Non è che manca il finalizzatore alla squadra (in effetti hanno segnato tutti) quanto la precisione in fase conclusiva e, laddove la Roma non giochi nelle sue condizioni ideali, spesso si complica da sola la vita.
Tra breve un secondo commento alla classifica dopo il match di Lazio-Inter....

giovedì 27 marzo 2008

DICE IL CAPITANO


"Chi mi critica non capisce di calcio"
Totti: "Cosa mi manca? Il Pallone d'oro. Ma sogno di vincere ancora con la Roma"



"Il calcio dovrebbe utilizzare la moviola in campo come il basket". Lo dice Francesco Totti che mette anche in ordine i suoi desiderata da qui alla fine della stagione. "Preferirei vincere la Champions, ma allo scudetto da domenica sera ci credo parecchio". Ma in questo periodo di grande concentrazione c'è anche tempo per una riflessione sul personale modo di giocare. "Sono un attaccante altruista e completo, mi manca solo il colpo di testa. Ma ho fatto più di 200 gol, e se c'è ancora qualcuno che mi critica non capisce niente di calcio. Dicono che non voglio una punta? Magari arrivassero Toni o Van Nistelrooy". E nonostante abbia ottenuto tanto dalla professione di calciatore ("Sono maturato, pur restando sempre me stesso") c'è ancora qualcosa che gli manca ("Il Pallone d'oro, ma se non l'hanno dato a Raul vuol dire che è tutto scritto") e che sogna: "Vincere di nuovo con la Roma, perché un trofeo qui equivale a dieci altrove".

C'E' FORSE UN ACCORDO SEGRETO TRA LAZIO ED INTER?

senza parole...

sabato 22 marzo 2008

LUCI A SAN SIRO


Ebbene si. La Juve espugna S.Siro battendo 1-2 la capolista che adesso si trova con solo 4 lunghezze di vantaggio dai giallorossi.
Non amo aprire la sequenza dei condizionali però è inevitabile pensare a quanto la Roma abbia sciupato nel corso del campionato e che, laddove fosse stata più attenta, la vedrebbe ben al di sopra dei nerazzurri.
Certo si dice che il calcio è bello proprio per la sua imprevedibilità ma, se si limitasse questa variante solo sul campo, la cosa starebbe anche bene a tutti ma quando intervengono fattori esterni (cioè arbitraggi amici o nemici a seconda di come vanno le cose) che condizionano il risultato finale, è tutt'altra storia. Ovvio che sono considerazioni vuoto a perdere partorite da una mezza gioia per vedere la Magica recuperare 3 punti preziosi. Impossibile non pensare al recente derby che, se chiuso come pareva essere, avrebbe portato i giallorossi a solo un misero punticino di disavanzo. Ma la storia è già stata scritta e si deve solo guardare al futuro con speranza. Bella battuta di arresto, quella della squadra di rosichello Mancini che ora, sente tutta la pressione psicologica sopra alla sua testa. Dimissioni annunciate e rimangiate, problemi con Moratti ma soprattutto con la squadra che appare in crisi fisica e morale. Basterebbe poco a farla collassare: magari una vittoria della Roma a Cagliari ed un pareggino degli interisti...e si sà, quanto la Provvidenza, sia grande.
Le luci a San Siro questa sera si sono accese soprattutto per noi con un grazie di cuore al testaccino romanista Claudio Ranieri.

MANCAVA TONETTO ALL'APPELLO






Mancava Max Tonetto a segnare per la Roma ed ha scelto la casalinga partita contro l'Empoli (per nulla facile) per segnare il suo nome tra gli altri marcatori giallorossi.


Non solo: si è proposto altre volte con tiri interessanti e pericolosi, senza trascurare la fase difensiva svolta diligentemente.
Era una partita che vedeva la squadra dopo la sconfitta del derby ed era molto importante sbloccarsi mentalmente e vincere per sperare che, stasera, la Juve fermi i nerazzurri.


Un primo tempo che, a parte la rete del terzino, ha visto una Roma decisamente imballata e imbambolata e che ha ascoltato, forse per la prima volta, alcuni fischi dalla curva scontenta per il poco nerbo messo in campo. Poi, la rete di Tonetto e tutti a riposo. Ci ha pensato l'arbitro a sconvolgere l'incontro al 15' della ripresa, espellendo con rosso diretto Simone Perrotta che, meritava si il giallo ma non certo il fatto di essere spedito negli spogliatoi. Roma in 10 e Empoli che sfruttava la superiorità numerica e il buon estro di Giovinco e riusciva a pareggiare. Grande reazione della Roma che si riportava in vantaggio definitivamente con un gran gol di testa di Panucci.


Giallorossi che concludevano al 50' della ripresa, dopo essersi smarriti in alcune azioni che potevano far terminare prima l'incontro e rischiando di vedersi raggiunti dai toscani che portavano avanti disperatamente il loro gioco per pareggiare.


Adesso l'Inter è a 4 punti dalla Roma e deve giocare un temibile incontro contro i bianconeri che, Ranieri in testa, promettono battaglia per fare loro tutta la posta in gioco.
Leggendo i commenti del dopo gara, De Rossi ancora reputa possibile la rimonta pur sapendo che le partite alla fine del campionato, si accorciano sempre di più. Verò è che l'Inter dei miracoli (e spesso miracolata!) può solo perderlo quel suo primo posto ma è ovvio che la Roma deve sempre starle con il fiato dul collo senza perdere più il contatto: prima o poi, qualche partita potrebbe anche non finire bene per i nerazzurri...

Per consolazione, la Lazio dei miracoli, perde altri tre punti da noi, essendo stata battuta a Firenze. Ora il gelo è a -27!


Sempre FORZA ROMA!


giovedì 20 marzo 2008

FRANCESCO TOTTI DA CESENATICO...

LA ROMA DEL TEMPO CHE FU'

FusopelaRoma non è solo dedicato alla Magica.
E' anche uno spazio per ricordare e trasmettere immagini di una città ancora non confusa dal caos del traffico, dal problema inquietante della deliquenza e della feroce immigrazione clandestina. Una città dove gli unici supermercati che ricordo stavano ambedue a via Cola di Rienzo: la Standa e Punto Rosso.
Dove il macellaio vendeva solo carne ed il lattaio, latte burro e latticini. Era uno spazio, la mia città, dove c'era l'alimentari sotto casa che segnava sul suo
quadernetto, con la matita appuntita da un semplice coltellino e non dal temperamatite, la spesa fatta a credito e/o modificava in meno il suo credito quando, al 27 del mese, la massaia versava parte del suo 'dare'.

Una città con la circolare rossa e quella nera che, pigramente, circumnavigavano una città non ancora tentacolare piena di auto e camion.
Era bello svegliarsi la mattina ed assaporare il caffellatte inzuppando dentro, semplice pane casareccio del giorno prima, abbrustolito nel forno.
Non vigeva ancora il concetto del caffè e via, a bar sotto casa. La colazione era sacra e veniva dopo essersi lavati con l'acqua corrente (non c'erano ancora molte comodità alle quale, oggi, siamo abituati dandole per scontate).
Come al posto del frigo, c'era un semplice mobile di zinco rivestito in legno dove ci si mettavano blocchi di ghiaccio che si compravano al mercato e che assicuravano (con tutti i problemi del disfacimento del ghiaccio) un minimo di conservazione di quegli alimenti che necessitavano del freddo specie d'estate.
Erano famiglie che compravano alla bisogna e quotidianamente.
Nessuna spesa all'ingrosso ma lo stretto, strettissimo necessario per assicurare pranzo e cena senza gettare mai nulla ed, eventualmente, riciclando ciò che avanzava.
Era una città ancora vivibile con i suoi spazi sociali che imperavano in tutti i quartieri: San Lorenzo, San Giovanni, Testaccio e Garbatella, ma anche Tor di Nona, il centro storico ancora non invaso da negozi di nienti e fast food.
Era una città -quella da me vissuta- che iniziava a godersi
il nascente boom economico. E, alle vecchie giardinetta Fiat, si sostituivano le più moderno 500 con le quali era permesso recarsi ad Ostia frequentando la Via del Mare.
Ricordo,nel 1964, la prima Nutella che si trovava nelle piccole vaschette di plastica con incluso il cucchiaino.
Era l'epoca dei Carosello, dello show del sabato sera, del film del lunedì. Del calcio minuto per minuto con Bortoluzzi a coordinare gli storici interventi dello juventino Ameri e del laziale Ciotti.
Non c'erano molte tecnologie e ci si accontentava della radiolina a transistor giapponese appena sbarcata in Italia, per ascoltare Franco Nebbia prima e Enzo Tortora ne 'Il Gambero', seguito alla domenica da 'Campo de Fiori' con Orazio
Pennacchioni.
Era una città che rispecchiava una vita semplice che ancora doveva conoscere la tensione politica del 68-69 e dei successivi anni di piombo.
E' la mia Roma sparita ed oggi mi stupisco che lo stesso Aldo Fabrizi, possa aver dichiarato alla fine degli anni '60, che non riconosceva più la 'sua' città perchè Roma era troppo cambiata.
Probabilmente si vive davvero di cicli e ricicli e la nostalgia farà sempre parte di quella sfera di vita dove si inizia a pensare sempre più frequentemente al proprio passato, rimpiangendolo e sapendolo irreversibile.
Roma esiste e continuerà a farlo per i prossimi secoli.
Le rovine saranno ancor più rovinate, i cittadini saranno sempre più cittadini di un mondo globalizzato e senza valori e non più cittadini di Roma.
E' la vita...

mercoledì 19 marzo 2008

E PROPRIO MENTRE....


Non riesco proprio a capire.
La Roma snatura il suo gioco per buona parte del primo tempo, lasciando alla Lazio il compito di fare l'incontro. Poi il gol fortunoso di Taddei ed il pareggio laziale. Sotto di un'altra rete grazie ad un rigore che personalmente non ho compreso e il grandissimo parteggio di Perrotta. Un secondo tempo che ha visto i giallorossi ritornare al proprio gioco e, a risultato dell'Inter già acquisito, consapevoli del fatto che l'Inter si era fermata con un pareggio a Genova. Con una Lazio ormai in debito di ossigeno per il grande primo tempo; il risultato dei nerazzurri che si conosceva già certo; la Roma in palla...nonostante tutti questi fattori non solo non si è riusciti a vincere portando lo svantaggio dalla vetta a -4 ma, addirittura, abbiamo perduto il derby lasciandolo vincere alla Lazio che si portava in vantaggio al 92'.
Dicono che la Roma esce a testa alta da questa partita ma il contentino proprio non regge. La doppia negatività di aver perso un derby unita al fatto di essere scesi a -7 punti dall'Inter. E poco importa che sabato noi affrontereme in casa l'Empoli e l'Inter la Juventus. Di questo passo non possiamo più concedere nulla a nessuno. Chiaro che sui giornali di domani e nelle radio locali si parlerà del perchè non fare entrare Pizarro al posto di un Aquilani che è apparso meno incisivo delle ultime partite. O perchè non iniziare con Mancini titolare e, magari, far subentrare in un secondo momento Vucinic. Si parlerà di moduli, di forma mentale e di tutti i luoghi comuni che si è soliti distribuire in casi di questo genere.
Tutti elementi che faranno ancor più accusare a noi tifosi, l'impressione che proprio mentre stavamo allungando le mani per prendere il barattolo di marmellata, qualcosa o qualcuno ce lo ha impedito.
La sensazione è che la squadra sia mentalmente bloccata al momento della verità e che senta troppo la pressione psicologica. Certo che con diversi titolari romani e romanisti, l'aria del derby è tutta speciale. O forse, ci manca Marco Del Vecchio che contro i colori biancocelesti, trovava stimoli speciali per far gol.
Si d'accordo, possiamo consolarci con il famoso ajetto...con la Lazio a -24 da noi però è una magrissima ed inutile soddisfazione.
Non so proprio darmi una spiegazione, ammesso che ci sia. Che ci siano dei problemi di tenuta mentale e di una certa paura di essere colti da vertigini la squadra l'ha diverse volte avuta e dimostrata però, è ora che a certe altezze ci si abitui se si vuole con determinazione vincere per raggiungere il traguardo.
Sicuro: un plauso alla squadra ma questa volta no, non si doveva proprio perdere.

Sempre FORZA ROMA!

martedì 18 marzo 2008

DERBY!

Ecco, quasi ci siamo. Il derby di ritorno è arrivato.
Di fronte, oltre alle due tifoserie, si incontra un momento particolare che vale la pena di essere vissuto. Dopo la morte di Gabbo, si respira un'altra aria tra il tifo giallorosso e biancoceleste. Non è un rinnegare le sane dispute di scommesse tra vinti e vincitori, e neppure di tradire le proprie radici del tifo calcistico. Si tratta di una consapevolezza che mai, come questa volta, pare debba compiere il miracolo di evitare tafferugli e scontri tra gli ultras delle due squadre. Già molti ed inconcepibili morti hanno bagnato il mondo del calcio per una parola detta in più, per un odio razziale, per un senso di appartenenza ad un gruppo intransigente.
Il problema va ricercato nella insoddisfazione di molte persone che fanno, della propria fede calcistica, un credo per dare senso alla propria esistenza.
Quante trasferte a rischio. Quanta paura per vivere in prima persona incidenti ai quali non si vuole partecipare. Quante persone si sono allontanate dal calcio e dal tifo vero per non essere confusi con coloro che organizzano e strumentificano per qualsiasi ragione, il tifo, trasformandolo in un qualcosa di imprevisto ed imprevedibile che spesso, ha fatto il male di questo meraviglioso gioco che è il calcio.
Forse, questa volta, possiamo pensare di ritornare allo stadio forti della coraggiosa presenza del padre di Gabbo che ha scelto di sedere in curva Sud, insieme ai tifosi della Roma, per sancire un ideale filo conduttore tra le due tifoserie della città.
Il derby, cioè il calcio giocato, dovrebbe restare sempre un gioco e nulla più, che vive di una rivalità campanilistica fatta di prese in giro, sfottò, scommesse perse e vinte...
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IL FATTO PURAMENTE SPORTIVO

La Roma DEVE non perdere nessun punto nei confronti dell'Inter capolista che, dopo la partita contro il Palermo, è risalita a + 6 punti in classifica. Il derby è sempre e per tutti, una partita a rischio dove non sempre il favorito, è favorito per davvero. Per la Magica deve essere un'altra finale per il campionato, per seguitare a sperare nel passo falso dei nerazzurri e poter rosicchiare qualche punto strada facendo. La squadra, il suo gioco, l'allenatore, sono convinti dei propri mezzi e delle possibilità che hanno in questa stagione per poter vincere qualcosa di importante e lo stanno facendo, partita per partita, senza farsi ruolini di marcia ma semplicemente giocando con ardore e gagliardia.
Il risultato 1-5 di qualche anno fa deve essere una scaramanzia che auspico possa ritornare a rivivere, vedendo umiliati i cugini lazialotti. Quest'anno, poi, è fondamentale non permettersi pericolose pause che potrebbero solo incidere negativamente sull'andamento del campionato.
La nostra rincorsa deve proseguire sulla stessa strada imboccata da tempo per tornare a far sentire il fiato sul collo alla rivale prima in classifica che, a differenza nostra, ha i suoi bei problemi negli spogliatoi.
Sempre FORZA ROMA!

UN ROMANO VERO PER ROMA


Non c'entra nulla con il calcio ma sicuramente per la nostra città. Personalmente ho conosciuto Michele Baldi. A differenza dei 'politici', quelli attaccati alla poltrona soprattutto per interessi di partito e personali, Michele è una persona vera. Un romano che ama Roma, la Roma e la romanità. Però non è un nostalgico radicato ad antichi concetti: è solamente un giusto. Una persona che si sacrifica personalmente per tentare di migliorare la città che ama ed i suoi cittadini. E' una voce sola, forse piccola, ma sincera e leale e certamente disinteressata. Non ha avuto dubbi nel lasciare la sua posizione di parlamentare per Roma di cui era capogruppo in un altro partito quando ha visto che lo stesso, sarebbe stato sordo alle richieste dei cittadini. Si è dimesso. Ha avuto dubbi nel proseguire la sua personale lotta a fianco dei bisognosi, dei dimenticati, di tutti coloro che in questa stupenda città vivono, lavorano, e sognano.
Lottando contro la sua non voglia di essere una delle tante rotelle che devono seguire il carro, Michele ha preso la decisione -coraggiosa- di affrontare da solo e senza nessuno sponsor dietro di se, la sua lotta che è la lotta dei romani dimenticati dal sistema clientelare che sempre promette e mai mantiene. Una sfida coraggiosa contro un quasi eletto sindaco ed uno sfidante. Non vincerà Michele. Gli mancano gli appoggi dei media (nessun giornale romano ne parla come dovrebbe, troppo presi ad incensare i due candidati preposti al ruolo di sindaco) ma, come un romano e novello Don Chisciotte, ha vestito la sua armatura fatta di coraggio ed onestà e, rinunciando al suo comodo privato, si è messo in discussione. Non per lui. Non per la sua lista. Ma solo per Roma e i suoi cittadini.
Spero che Michele sia il vincente di questo sporco gioco che si chiama politica anche se non lo sarà.
Indipendentemente dalle ideologie politiche, alle tradizionali differenze tra persone, rispetto e ringrazio l'onorevole Michele Baldi per la sua forza, per l'orgoglio con il quale AMA ROMA ma, in principal modo, per il suo reale interesse per i cittadini di una Capitale che da molto, troppo tempo, è terra di conquista per interessi personali e di partito e specchietto marketing per tutti coloro che ne hanno detenuto le redini fregandosene dei veri problemi della città e di chi la vive nelle zone perifiche, nei ghetti, nelle preoccupanti sorti quotidiane che tutti noi ben conosciamo.
Permettetemi si lanciare un modesto appello affinchè Roma torni ai romani e non a coloro che di Roma se ne infischiano e pensano solo a sfruttarla per i luridi interessi di partito.
Roma si deve svegliare.
Roma ai romani.
E dedicato ai due supercandidati, invito i cittadini romani a cantare come Gigi Proietti su 'La Tosca'...NUN JE DA RETTA ROMA

sabato 15 marzo 2008

CON IL CUORE IN MANO


A 20 minuti dalla fine, l'Olimpico era un gelo. La Roma sotto di una rete a zero, giochicchiando una partita tra scapoli ed ammogliati, forse paga psicogicamente del passaggio ai quarti di Champions. L'Inter già più lontana prevendendo un risultato positivo a San Siro contro il Palermo e ciò significava l'addio cirtuale alla lotta per il tricolore.
Poi, tre minuti di folle Roma, dopo gli inserimenti di Spalletti che aveva innestato il piccolo Giuly ed il Maradona dei Balcani, Mirko Vucinic. Il folletto francese aveva il grande merito di pareggiare il conto con una grande rete e riaprire i giochi. Il montenegrino, invece, sigillava con una prepotente rete il 2 a 1 che permetteva ai giallorossi di accorciare di tre punti la differenza in classifica con la capolista Inter ed attendere, domani, di vedere come si chiuderà l'incontro tra i nerazzurri ed i rosanero siciliani.
Magica la reazione di una grande Roma dormigliona che, con finalmente acquisito cinismo, ha saputo tirare fuori cuore ed anima per domare un Milan che, mai prima di questo incontro, aveva saputo giocare così alla grande anche grazie al rientro di un poderoso Seedorf.
Ma dopo questo sabato testaccino, siamo convinti di dire che questa squadra ha tutti i requisiti per vincere tutto. Parlare di grande slam porta jella e non ne parliamo però, così gagliarda, la Roma non la vedavamo da anni.
Grazie alla cura Spalletti ma anche al grande, forte, indomito cuore dei nostri giocatori che avranno tempo per togliersi tante grandi soddisfazioni.
Mai come non mai, usciamo dallo stadio con la voce roca e con il cuore che palpita forte ed un sorriso che non riusciamo a levarci dal viso.
Anche il diavolo è domato.
Mercoledì, tocca alla Lazie.
Sempre FORZA ROMA!

venerdì 14 marzo 2008

Spalletti: "Il 7-1 una piaga che possiamo curare"





La conferenza stampa del tecnico a Trigoria. "Non sarete mica sorpresi", sorride Spalletti ai giornalisti.
Ancora il Manchester United, ai quarti.
"Possiamo dire quel che si vuole. Per me è importante il ricordo del dispiacere dei ragazzi dopo il 7-1. E' fondamentale per riaffrontare una partita di questo livello, contro la più forte squadra del momento. Quella sconfitta, quel neo lì, ci ha fatto maturare di più. Siccome è una piaga, possiamo curarla e per certi versi ci fa anche piacere."

Adesso c'è il Milan.
"Con il Milan mi aspetto sempre lo stesso. Che i ragazzi vadano a fare il loro mestiere, visto che sono stati bravi a creare i pressuposti giusti, sono tutte partite importanti per il futuro. Il Milan sembra diventata una squadra normale. Mi sembra che invece abbia vinto sette delle ultime dieci partite. Sento parlare del Milan come se fosse una provinciale, di fondo classifica. Invece sta facendo più punti di tutti esibendo un buon calcio".
Domani farà 300 panchine.
"E' una tappa fondamentale, perché ho avuto a che fare con dei ragazzi che mi hanno permesso di fare questa professione, rendendomela importante. Fanno spettacolo, attaccano. Sono ragazzi splendidi".
Roma che tappa è?
"La squadra sta scrivendo un bel romanzo, dove ci sono ancora parecchie pagine da leggere. Un romanzo intenso, bello, passionale, con il rischio del colpo a sorpresa in un ambiente bello e affascinante".
E' il suo momento più bello?
"No, mi devo sempre porre nello stesso modo di fronte a difficoltà e risultati, cercando di dare una linea di condotta. Per me non cambia niente, devo fare le stesse cose sempre. In un ambiente così, vincere ti dà il supporto di chi sta vicino".
L'Inter sta messa peggio di voi.
"La Roma ha fatto vedere una solidità complessiva. Ma l'Inter con il Liverpool ha giocato una grande partita, le sono girati contro un paio di episodi, ma avevano creato i presupposti per ribaltare il 2-0 dell'andata. Loro sanno quali sono i comportamenti per rimettere le cose a posto. Non credo che creerà delle turbative in campionato".
Lei ha detto di essere orgoglioso di avere un giocatore come Totti.
"Mi danno un contributo tutti i giocatori, mi insegnano cose nuove. Io prima di tutto cerco di essere loro amico. Francesco, dentro la nostra realtà che è fatta di sviluppo, è l'uomo ideale, perché sa interpretare certe situazioni e dà tanto alla squadra e la squadra sa restituirli quanto lui si aspetta. Ma è chiaro che Totti ha qualcosa di più sul piano della qualità pura".
Quante possibilità ha la Roma di passare il turno?
"Cinquanta e cinquanta. La mia squadra deve avere una mentalità giusta. Non avrei gradito che fosse arrivata ai quarti solo con le individualità, mi avrebbe creato più problemi. Invece ci è arrivata con il collettivo, con l'insieme di comportamenti. Il Manchester è una squadra tosta, ma se ne riparlerà dopo".
Quali sono le sensazioni dello spogliatoio?
"Bisogna che questo fattore maturità, personalità, vada dimostrato in partita".

Scolari, il ct del Portogallo, ha paragonato la Roma all'Olanda del calcio totale.
"Ci può stare il paragone. Segnano tanti giocatori, i terzini aiutano e gli attaccanti rientrano. Il suo è un grande complimento che ci responsabilizza".
Non ci sarà Mexes con il Milan: perchè è diffdato e vuole averlo al derby.
"La partita c'è da farla domani sera, stando attenti alla gestione dei cartellini per il derby, avendo giocatori sempre freschi. Mexes ha un grandissimo ematoma sul fianco, che lo limita. In allenamento si è dovuto fermare".
Firmerebbe per restare a -6 dall'Inter dopo il derby?
"Lasciamo continuare a giocare i ragazzi, senza firmare niente".
Il calendario può essere favorevole, dopo Milan e Lazio.
"Per recuperare questi punti va fatto uno sforzo in apnea, dalla prima all'ultima partita. E' difficilissima, anche perchè l'Inter non ha problemi di organico. Hanno anche una struttura societaria che gli consente di gestire eventuali difficoltà".
Mancini si era dimesso.
"Una reazione emotiva momentanea, di fronte all'esasperazione del risultato".
La Roma ha dato segnali importanti dopo i ko importanti. L'Inter può fare lo stesso?
"A quello che deve fare l'Inter ci penseranno da soli. E' vero che la Roma ha ribaltato molte situazioni contrarie. Qualche volta ci siamo ammorbiditi dopo un periodo positivo".
Questa volta Cristiano Ronaldo non potrà esimersi dallo scendere in campo.
"Quella di Ronaldo era una battuta. Sono convinto che loro non abbiano gradito tanto la Roma ai quarti. Con il Manchester dobbiamo riuscire a mantenere quel livello di concentrazione, eliminando le pressioni, le difficoltà che ci giochiamo in tutte le partite. Dobbiamo pensare a ogni impegno singolarmente. Sennò fanno paura".
L'anno scorso ci furono incidenti durante Roma-Manchester.
"Sono convinto che Roma e Manchester possano dare un contributo per lo sport. Sono club importantissimi che danno spettacolo e che dicono no agli atteggiamenti violenti. Ci saranno le famiglie e i bambini, bisogna avere rispetto verso di loro. Anche l'ordine pubblico farà la sua parte".
Cosa la preoccupa più del Milan?
"Mi preoccupano i collettivi, l'individualità può non funzionare. Mettere sotto undici giocatori è più difficile che uno solo".
C'era chi era contento di avere pescato il Manchester?
"Sì, come no! Erano tutti contenti, gli accappatoi si sono staccati dalle pareti!"
Domani farà trecento partite in serie A.
"Trecento partite è un traguardo importantissimo, ambitissimo. Mi faceva piacere se fosse stato tagliato, pensavo di averlo fatto la scorsa settimana. Meno male che non l'ho saputo prima".

déjà vu



E pensare che al primo sorteggio effettuato e che vedeva il derby inglese avevo tirato un respiro di sollievo. Però mi è restato in gola osservando, immediatamente dopo, uscire dall'urna il nome ROMA e, subito dopo, l'abbinamento con il MANCHESTER.
E' un déjà vu esattamente come quello dello scorso anno. Ma è passato un anno e la Roma è maturata. E' più consapevole, sicura. Ci sono i giocatori ma c'è, soprattutto, la convinzione di essere ciò che siamo: forti e determinati. Certo che lo Shalke 04 si presentava come soluzione più facile per giungere alle semifinali ma, con la sfera e con 180' secchi, non si può mai dire.
Possiamo anzi avere una marcia in più: la rivincita di una incredibile beffa che non deve ripetersi. Tutt'altro, dobbiamo cancellare l'onta e, questa occasione, può essere quella buona per farlo.
Andata a Roma e ritorno in Inghilterra. Non facile. Ma abbiamo visto a Madrid, cosa è capace di fare la Magica. Non dobbiamo temere bens' essere temuti da tutti. Siamo tra le più forti d'Europa e se non ci saranno aiutini (ma in Europa è molto difficile a questi livelli) possiamo passare questo tremendo turno.
Restano 4 partite da giocare prima di Mosca.
Sono 4 finali.
Sono quattro imprese da vincere per realizzare il sogno. Quel sogno che, dal 30 maggio 1984, spero ancora che si concretizzi. Questa Roma ce la può fare: per la sua storia, la sua società, i suoi giocatori, i suoi tifosi, la sua città.
DAJE ROMA DAJE!